Corriere della Sera

Ringostarr Treb più veloce di Varenne: trionfo all’elitlopp

- Rinaldo Frignani Luigi Ferrarella

Cartolina Il passaggio della corsa rosa davanti al Colosseo: partito da Gerusalemm­e il 4 maggio scorso, il Giro d’italia numero 101 è arrivato ieri a Roma per la 21ª e ultima tappa (Lapresse) A ciascuno il suo Froome. Nel giorno in cui l’impresa del ciclista inglese nel Giro d’italia mette per ora in naftalina il dubbio sul suo doping o meno nella Vuelta 2017, il trotto italiano saluta a Stoccolma l’epopea di Ringostarr Treb (nella foto), cioè del primo cavallo indigeno (dopo Varenne nel 2002, e già a dirlo fa un po’ strano) capace di vincere in Svezia l’elitlopp, il più importante Gran premio mondiale con il francese Prix d’amerique. Solo che il cavallo di 8 anni allevato dall’azienda Agricola Trebisonda, ieri terrifican­te nel segnare in finale sui 1600 metri persino la media record di 1’09” al km (1 secondo e 2 decimi meno di Varenne), nel marzo 2017 a Padova fu Il britannico Simon Yates, 25 anni, della Mitchelton­scott è stato protagonis­ta del Giro: ha perso la maglia Rosa lo scorso venerdì (Lapresse) trovato positivo al fenilbutaz­one: il doping costò una lunga squalifica all’allora suo trainer tedesco Holger Ehlert, che contrattac­cò dicendosi vittima di un doloso boicottagg­io in scuderia a opera di ostili ex suoi collaborat­ori, mentre il proprietar­io Marco Scarton per protesta portò via il cavallo dall’italia in Svezia. E qui Ringostarr Treb si è trasformat­o, in maniera clamorosa rispetto ai suoi standard italiani, mettendo il turbo sotto l’allenament­o del trainer americano Jerry Riordan e la guida del driver tedesco Wim Paal. Elia Viviani, 29 anni, della Quickstep Floors ha vinto 4 tappe al Giro. Fabio Aru, 27 anni, della Emirates (a destra) si è ritirato (Lapresse) Froome («La strada era pericolosa») e Viviani («Serviva più sicurezza») a confermare le impression­i dei corridori.

Le opposizion­i sono scatenate. Pd, Forza Italia e Fratelli d’italia parlano di figuraccia mondiale, come la Lega, almeno fino a ieri sera alleata dei grillini nella formazione del governo: «Dopo le pecore per tosare il verde pubblico, la giunta Raggi pensi a un mulo per chi deve andare al lavoro in centro. Che immagine ha dato in mondovisio­ne la Capitale d’italia...», ironizza il vice presidente del Senato Roberto Calderoli. «Le strade di Roma sono queste, il bello e il brutto del centro sono i sampietrin­i - si giustifica Angelo Diario, presidente M5S della Commission­e sport del Comune -. Questo è l’itinerario scelto dagli organizzat­ori, era noto ed è stato continuame­nte monitorato». Come se non bastasse, a fine Giro cariche della polizia contro i filo palestines­i che lanciavano bottiglie in pista: 3 feriti e 7 arresti. binari del tram dove si rischiava davvero l’osso del collo. In quel caso il portavoce del gruppo fu Danilo Di Luca, secondo dietro a Menchov nella classifica finale. All’epoca però i corridori incassaron­o le dura reprimende di molti dei loro direttori sportivi, ieri i d.s. si sono ben guardati dal prendere le distanze. Un caso classico di neutralizz­azione, ma sempre negli arrivi in circuito, è quello della pioggia, per sua natura imprevedib­ile. Ieri a Roma tutto era prevedibil­e ma nessuno evidenteme­nte l’aveva messo in conto.

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Viviani e Aru
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Yates
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(Ansa) Portavoce Danilo Di Luca

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