Corriere della Sera

Tipo da baldoria sa dare lezioni con dolci sorrisi

- Di Giorgio Terruzzi

La prima lezione l’ha data a Verstappen sabato, continuand­o a tirare nel punto in cui Max era andato a sbattere, superandol­o di un millesimo. La seconda l’ha data guidando con cuore e carattere dal primo all’ultimo giro, mantenendo la padronanza quando la sua Red Bull ha dato segni di cedimento. La terza l’ha data sul podio, smentendo una platea pronta a scommetter­e che avrebbe evitato quella scena orripilant­e dello champagne tracannato dalla scarpa. Macché: una simpatia travolgent­e ha coinvolto persino Principe Alberto e Principess­a Charlene, disposti a bere a canna, cose mai viste in Casa Grimaldi. Daniel Ricciardo vince e convince proprio tutti. Una questione di modi, abbinati al talento. Di semplicità, dolcezza, sorrisi. Qualcosa che indica una modestia preziosa e la consapevol­ezza di essere una persona fortunata. La voglia, la tempra da qui arrivano, sono parti della sua storia, con l’australia impressa sul passaporto, con la Sicilia nell’anima. Infatti, ha una quantità di tifosi dichiarati, tra i ferraristi Ferrari soprattutt­o. Ricciardo: un cognome e una faccia perfetti per fare baldoria insieme. A dimostrazi­one di quanto siano gli atteggiame­nti dei campioni a dettare ascolti e indici di gradimento. Forte nei momenti difficili, esemplare sempre. Lezioni, ma sì. Impartite anche ai vertici della sua squadra, a tanti colleghi più vincenti, meno amati di lui.

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