Nasce un Osservatorio sull’omicidio stradale «Per la tutela delle vittime e dei loro familiari»
«Buona parte degli omicidi stradali o di casi di lesioni gravi o gravissime avviene a causa di automobilisti in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Ma allo stato attuale la legge rende molto difficile l’accertamento delle condizioni fisiche alterate che farebbero scattare le aggravanti. In caso di omicidio stradale, ad esempio, la pena potrebbe aumentare da 8 a 12 anni di reclusione, mentre nel caso di lesioni da 4 a 7 anni». È il parere dell’avvocato Piergiorgio Assumma, presidente del neonato Osservatorio nazionale per la tutela delle vittime di omicidio stradale (www.onvos.it, numero verde 800144902). Un problema grave se si guarda ai dati dell’istat: sono oltre 3mila le persone che nel 2016 hanno perso la vita in un incidente stradale; quasi 250mila i feriti per un totale di 175.791 sinistri. Numeri simili a quelli registrati nel 2015, quando si sono verificati 174.539 incidenti per 3.428 vittime (con decesso nei primi 30 giorni) e 246.920 feriti. E il trend per il 2017 non dovrebbe essere molto diverso. L’osservatorio punta anche a riformare l’attuale legge che avrebbe troppe lacune.
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