La tentazione di confermare i vertici delle Entrate
ROMA Quasi un effetto collaterale. La caccia alle risorse per le ambiziose riforme annunciate dal governo potrebbe avere una ricaduta sulla partita delle nomine. E in particolare sulla scelta del nuovo direttore dell’agenzia delle entrate con Ernesto Maria Ruffini che, a sorpresa, potrebbe restare al suo posto.
Uno dei primi passi del governo dovrebbe essere la «pace fiscale», di fatto una super rottamazione del cartelle. L’incarico di direttore dell’agenzia decade 90 giorni dopo il voto di fiducia al governo. Ma la necessità di far partire subito la «pace fiscale» spinge l’esecutivo verso la linea della continuità. Cambiare i vertici dell’agenzia alla vigilia di un’operazione così complessa potrebbe complicare le cose. È per questo che, nel governo, sta prendendo quota l’ipotesi di una conferma di Ruffini. Sarebbe una sorpresa perché l’attuale direttore era stato scelto da Matteo Renzi. Ma è anche vero che ha gestito due rottamazioni delle cartelle di Equitalia, tecnicamente simili alla pace fiscale, con un incasso al di là delle previsioni. In gioco ci sono altri due nomi: Gabriella Alemanno, dirigente delle Entrate, sorella dell’ex sindaco di Roma. E l’ex vice ministro Enrico Zanetti, che suggerì a Matteo Renzi proprio l’idea della rottamazione. Ma la continuità è una tentazione forte. Discorso diverso per Cassa depositi e prestiti. Quotazioni in rialzo per Massimo Sarmi, ex ad di Poste. In corsa Massimo Ferrari (ex Consob), l’«interno» Fabrizio Palermo e Dario Scannapieco (Bei).