Corriere della Sera

Salvini fa la star alla festa russa E sui dazi smarca l’italia dalla Ue

Il leader all’ambasciata. Per il Viminale chiama Piantedosi, segnale ai prefetti

- di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

ROMA Nel giorno dell’esordio alla guida del governo, in sostituzio­ne del premier Giuseppe Conte impegnato al G7 in Canada, Matteo Salvini conferma gli annunci già fatti nei giorni scorsi. Torna a parlare di espulsioni e rimpatri di migranti irregolari, ripete che vorrebbe il servizio militare obbligator­io, pur dovendo precisare che «si tratta di una mia idea perché non è nel contratto». Ma nell’attesa lancia anche un primo concreto segnale per il Viminale: la nomina di Matteo Piantedosi a capo di gabinetto è infatti un’apertura verso i prefetti dopo le polemiche sorte dopo essere diventato ministro dell’interno. Il resto è tutto da fare. Perché anche gli ultimi incontri avuti con i capi dei dipartimen­ti hanno confermato le difficoltà di realizzare quanto era stato promesso in campagna elettorale. Un percorso che Salvini vuole evidenteme­nte intraprend­ere come leader dell’interno governo. Ieri sera ha incontrato privatamen­te l’ambasciato­re russo in Italia Sergey Razov a Villa Abamelek, residenza del diplomatic­o, in occasione del tradiziona­le riceviment­o per festeggiar­e il Giorno dell’indipenden­za, festa nazionale russa: tanti selfie, applausi e strette di mano. E nel pomeriggio, a chi gli domandava se inviterà la Nato a togliere le sanzioni a Mosca, aveva risposto: «Chiederò di aiutarmi a proteggere le frontiere esterne dall’unica aggression­e in corso che è quella di una pressione migratoria che l’italia non è più in grado di sostenere». Così come sui dazi imposti da Trump Salvini ha smarcato l’italia dalla Ue che è totalmente contraria: «Va protetto il made in Italy e credo che le politiche di Trump siano soprattutt­o per arginare la prepotenza tedesca».

Ma torniamo a Piantedosi: è stato fino a ieri prefetto di Bologna, ma del Viminale è ottimo conoscitor­e. Quando ministro era Anna Maria Cancellier­i, lui era il vicecapo di gabinetto, e con lei aveva un rapporto antico visto che era stato uno dei subcommiss­ari del capoluogo emiliano. Poi è diventato vicecapo della polizia e si è occupato prevalente­mente degli affari interni. Dunque conosce bene le esigenze dei poliziotti, così come quelle dei prefetti. «Il mio compito è mediare e trovare equilibrio», ha dichiarato in un’intervista rilasciata qualche settimana fa.

Oggi il ministro sarà a Como «per portare la solidariet­à agli ennesimi autisti di mezzi pubblici aggrediti da un richiedent­e asilo e portare novità che stiamo studiando». L’idea la spiega subito dopo: «Prevedere specifiche fattispeci­e di reato che comportino, qualora commessi da richiedent­i asilo, il loro immediato allontanam­ento dal territorio nazionale». È uno dei punti del programma di governo, ma il nodo da sciogliere rimane sempre lo stesso: per rendere effettiva l’espulsione, il Paese di origine deve accettare il rimpatrio. Al momento questa collaboraz­ione viene garantita da pochi Stati, uno è la Tunisia, dove andrà presto. L’ipotesi più probabile è che il viaggio avvenga a luglio, quando l’italia sarà in grado di consegnare le nuove motovedett­e come è già previste dall’intesa. E dunque potrà chiedere come contropart­ita di proseguire la collaboraz­ione.

Su Trump

«Le politiche di Trump servono soprattutt­o ad arginare la prepotenza tedesca»

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Il ministro dell’interno Matteo Salvini, 45 anni, insieme alle forze dell’ordine in una foto postata dal leader leghista sui social network
A Brindisi Il ministro dell’interno Matteo Salvini, 45 anni, insieme alle forze dell’ordine in una foto postata dal leader leghista sui social network

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