«È cruciale tutelare i risparmi». Mattarella avverte i vincitori
Usa, con qualche variante, le stesse espressioni che ha evocato più volte durante la tormentata genesi del governo. Parole con cui ripropone il tema della «stabilità come cruciale per tutelare i risparmi» e il tema della necessità di un «impegno condiviso per favorire l’imprenditorialità e le prospettive di sviluppo… nella riconfermata sostenibilità delle finanze pubbliche». Potrebbero sembrare frasi di circostanza, visto che Sergio Mattarella le ha indirizzate all’assemblea di Confcommercio e al congresso delle Fondazioni bancarie e delle Casse di risparmio. Ma non sono affatto rituali, per almeno un paio di ragioni.
Anzitutto perché riflettono i suoi timori sulle performance dei mercati, che restano in tensione e molto guardinghi sull’italia, come dimostra lo spread sempre in rialzo e la Borsa penalizzata dalle incertezze politiche. Ondeggiamenti alimentati anche dagli annunci su cui insistono diversi leader di 5 Stelle e Lega, che ancora non hanno precisato con quali coperture pensano di mettere in cantiere le iniziative del loro esecutivo, ciò che basterebbe a rasserenare il mondo dell’economia (come pure le Cancellerie dell’ue). Quasi che entrambi i partiti siano ancora in campagna elettorale e, quel che è peggio, incuranti della prova del fuoco che l’europa oggi attraversa.
E poi perché lanciare questo tipo di allarmi è un dovere costituzionale del presidente. Per averne conferma basta rileggersi due articoli della nostra Magna Charta nei quali si fa riferimento a queste materie. In primo luogo l’articolo 47, dove si dice che «la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme e disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito…». In secondo luogo l’articolo 81, nel quale si spiega che «lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico…», aggiungendo che «il ricorso all’indebitamento è consentito al solo fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta, al verificarsi di eventi eccezionali».
Ecco i riferimenti di Mattarella su questo versante. Princìpi e valori che rischiano di diventare motivo di frizione, se il «governo del cambiamento» gli recapiterà leggi non finanziate. In tanta incertezza, un segno di rasserenamento il capo dello Stato l’ha avuto ieri dalle 300 mila firme «di solidarietà e di stima» raccolte con una petizione lanciata il 27 maggio, dopo gli attacchi sul suo operato di 5 Stelle e Lega. Una prova che, se da Palazzo Chigi nessuno si è finora pubblicamente scusato, moltissimi italiani sono però pronti a difendere lui e la Costituzione.