Toti: no alle scelte dall’alto In attesa della Lega rifondiamo il centrodestra
Il governatore: «Niente opposizione con la bava alla bocca»
Se è nato questo governo, al quale «continuo a guardare con una certa benevolenza, nonostante alcune cose mi abbiano fatto venire i brividi», è perché «nessuno di noi è senza peccato», tutti «hanno responsabilità». Per questo, in attesa di valutarne l’operato «senza la bava alla bocca e ovviamente anche senza sconti», tutti i partiti dovrebbero approfittare dei prossimi mesi per ripensarsi, reinventarsi. A partire da Forza Italia, che dovrebbe farsi parte attiva per costruire con gli alleati di destra, di centro e con le realtà civiche la «seconda gamba» del centrodestra, vicina ma diversa dalla Lega. Lo dice Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, da sempre sostenitore della necessità di un cambiamento «che oggi diventa ineluttabile».
Pensa ancora che questo governo fosse la soluzione migliore per uscire dalla crisi?
«Era l’unica. Ed è il frutto degli errori della quasi totalità della classe dirigente, alla quale servirebbe un esame di coscienza collettivo. Ha sbagliato l’europa, se ci sono tanti partiti che hanno nel loro dna il ribellismo contro questa
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Le parole d’ordine Questo governo nasce con alcune parole d’ordine che mettono paura
Ue. Hanno sbagliato i partiti tradizionali, Pd e FI, che non hanno saputo cogliere il cambiamento del Paese, proponendo ricette e facce che l’opinione pubblica respingeva. Ha sbagliato un Parlamento che per autoconservazione ha votato una legge elettorale che portava al pareggio».
Se era l’unica soluzione possibile, adesso il governo va sostenuto?
«Questo governo nasce con una certa prosopopea, con alcune parole d’ordine — blocco delle infrastrutture, allungamento della prescrizione, agenti provocatori — che mettono paura. Ma ci sono anche punti positivi ai quali non possiamo opporci per principio: contrasto all’immigrazione, semplificazione e riduzione delle tasse».
E magari non potete permettervi voi di FI di perdere il contatto con la Lega...
«Io ho sempre creduto e continuo a credere che l’orizzonte per noi sia il centrodestra, in prospettiva un partito unico. Ma mentre la Lega chiarisce la sua prospettiva e ci dice come interpreta questo passaggio di governo, se vi è un orizzonte politico o se è una parentesi, le altre forze dello schieramento dovrebbero cercare di costruire la seconda gamba del centrodestra. Dandosi parole d’ordine, pantheon, contenuti, proposte e una nuova classe dirigente per una parte del Paese che chiede rappresentanza».
Sta proponendo un processo costituente a chi?
«Penso, oltre a FI, a FDI, ai piccoli partiti e movimenti di centro che rischiano la polverizzazione, alle tante realtà civiche che sommate sono la parte più forte e numericamente significativa dello sfarinamento del centrodestra. Ragioniamo, vediamo se è possibile, dandoci regole democratiche, fare un percorso unitario che coinvolga eletti, amministratori, territorio. Penso a una Costituente, un’assemblea, un luogo con regole chiare e democratiche dove possano partecipare e proporsi tutti».
Insomma, non basterebbe che Berlusconi nominasse un nuovo coordinatore per FI, nuovi vertici...
«Berlusconi ha inventato il centrodestra. Può dare il calcio d’inizio di questo processo, può partecipare nelle forme che riterrà più opportune. Ma il meccanismo delle nomine dall’alto, quello di sempre, è esaurito, non funziona più. Viviamo in una società complessa, liquida, dominata dai social media, il mondo è cambiato e sono cambiati gli equilibri politici. Dobbiamo cambiare anche noi, e farlo con meccanismi democratici. Abbiamo già perso troppo tempo. Non ne abbiamo più molto».
d Penso, oltre a FI e FDI, ai piccoli partiti e movimenti di centro che rischiano la polverizzazione