Il criminale punk trent’anni in fuga tra droga, rapine e pentimenti
Dato per morto, si era costituito dopo la nascita del figlio. E il giudice ora lo «grazia»
Alto e più magro di PARIGI quando suonava il basso nei Camera Silens, Gilles Bertin ieri si è presentato in aula a Tolosa con uno zainetto e il cambio per qualche giorno, pronto per andare in prigione. Invece il giudice è stato clemente, cinque anni con la condizionale, niente carcere.
Dopo la rapina di un deposito Brink’s, il bottino di 1,8 milioni di euro e trent’anni in fuga, il cantante punk considerato morto dalla burocrazia francese potrà riavere un documento di identità, tornare a far parte di quella società che tanto disprezzava e soprattutto occuparsi del suo secondo figlio Tiago, sei anni, avuto dalla compagna Cécilia Miguel.
È stato Bertin a costituirsi, due anni fa, perché «la nascita del figlio gli ha permesso di proiettarsi nel futuro e gli ha dato la voglia di ritrovare una vita sociale e la sua identità», ha spiegato in tribunale la psicologa Valérie Merotto.
A 57 anni, malato di epatite, cirrosi e Aids, un occhio di vetro al posto di quello perso per un’infezione, Gilles Bertin ha chiuso con l’estetica no future di quando gridava nel microfono e si passava le siringhe di eroina con i compagni del gruppo, per il quale aveva scelto il nome delle stanze insonorizzate dove venivano imprigionati i terroristi della Raf tedesca. I Camera Silens si fecero un nome nella scena punk, condividendo qualche volta il palco con i rivali Noir Desir di Bertrand Cantat, destinato ad altre tragedie.
L’avvocato Christian Etelin ha sottolineato che il suo assistito ha scelto di presentarsi in aula «per dimenticare il passato e ritrovare un avvenire», e il giudice lo ha ascoltato.
Bertin ha passato l’infanzia a Parigi, figlio di un funzionario della zecca di Stato e di una donna ben presto colpita dalla depressione perché malata di cancro. Il padre era completamente dedito alle cure della moglie, Bertin è cresciuto tra fallimenti scolastici e cattive compagnie. Il punk gli ha offerto un’identità e una famiglia, «anche se lo facevo più che altro per piacere alle ragazze — ha raccontato a Le Monde — non per suonare davanti a duemila teste rasate che si menano».
Il 27 aprile 1988 Bertin e una decina di complici scelti tra i marginali e musicisti punk di Tolosa misero a segno un colpo straordinario,