Chi ruba nelle case non resta in carcere a lungo Il caso Sala, le direttissime e le esigenze di custodia
H a una bambina di 7 mesi. È incinta. È stata arrestata per il furto in casa del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Ha confessato. E due giorni dopo è stata scarcerata. La storia giudiziaria di Gina Beltrami, giovane ragazza rom, 19 anni, ripropone un copione che, nei Tribunali delle maggiori città italiane, si ripete ogni giorno: con scostamenti minimi, ma sempre identico nella struttura. Una ripetitività che provoca una tensione tra esigenze di sicurezza reclamate dall’opinione pubblica (chi commette un reato deve stare in carcere), e la tutela dei diritti di una madre e di un figlio «in tenerissima età».
Sicurezza e diritti
Perché la mamma di un bambino sotto i 6 anni resti in cella sono infatti necessarie «esigenze Lazio cautelari di eccezionale 162.024 gravità e rilevanza» (come ha Sardegna spiegato il giudice), e ovviamente 18.965 queste esigenze non ci sono in caso di un furto, ma anche di uno scippo o un borseggio, per citare i casi più Sicilia frequenti. Da una parte, molti agenti e funzionari delle forze dell’ordine indicano una «oggettiva inadeguatezza del sistema»: «Perché le gravidanze e la presenza di bambini piccoli rappresentano una Le province con più furti sorta di salvacondotto per chi, dopo un rapidissimo passaggio 1
2 giudiziario, riprende immediatamente 3
Milano Roma a commettere Torino
145.958 reati. Esiste un uso “strumentale” 140.228 73.050 dei bambini in certa criminalità di strada». La maggior 6 Firenze 33.183 11 Bergamo parte delle borseggiatrici rom della metropolitana di 7 Bari 31.108 12 Venezia Milano, ad esempio, hanno 8 Catania 27.499 13 Verona alle spalle anche decine di arresti 9 Palermo 26.236 14 Genova e precedenti. 10 Brescia
25.548 15 Padova Dall’altra parte, però, giuristi Furti e legali inseriscono questo Fonte: Istat tipo di eventi in un quadro tre diversi percorsi, che rappresentano analitico più ampio. L’avvocato anche un «breviario» Monica Gambirasio, presidente riassuntivo per migliaia della Camera penale di di altri casi simili: la più piccola, Milano, spiega: «Probabilmente secondo le radiografie, un uso strumentale dei aveva più di 14 anni, ma l’avvocato minori esiste, può anche rientrare ha prodotto documenti in una sorta di “strategia”. che dimostrerebbe il contrario. Ma non è che per questo Minore di 14 anni, dunque bisogna venir meno ai principi non imputabile, è stata affidata di diritto, o sacrificare i diritti a una comunità in attesa delle persone. Per situazioni della perizia sull’età. comunque marginali, L’altra, Claudia Riesteviski, come il caso di queste ragazze, 19 anni, è rimasta in carcere. non serve una legislazione La terza, madre e incinta, è speciale. Possono esserci altre stata appunto scarcerata, ma forme di tutela diverse dal con l’obbligo di stare nel Comune carcere». di Bollate (nella stessa
casa/magazzino di borse, I tre percorsi Le riprese rientra appunto nelle «esigenze foulard, occhiali e pellicce rubate All’inizio del 2015, a Milano, Un frame dei cautelari di eccezionale in cui è stata fermata) e una ragazza lituana uccise l’ex filmati della gravità e rilevanza». In caso di dovrà firmare due volte al compagno. Madre di una polizia con le tre reati meno gravi, i percorsi giorno davanti ai carabinieri. bambina di 3 anni e mezzo, è ragazze fermate sono diversi. «Mi sembra un presidio di sicurezza sempre rimasta all’icam, una (due sono poi La decisione sulle tre ragazze comunque importante struttura attenuata del carcere state rilasciate) fermate dall’ufficio prevenzione — riflette Monica Gambirasio di San Vittore dove le madri per il furto in generale della questura —. E non possiamo dimenticare detenute possono crescere i casa del sindaco di Milano per il furto in casa il tema chiave: in loro bambini. L’omicidio di Milano di Sala è in realtà spezzata in situazioni come questa, con il carcere non si risolve il problema della sicurezza, che va affrontato invece con diverse forme di tutela, controllo e inserimento sociale».
Furti depenalizzati?
Di fronte alle mamme/ladre il dibattito si concentra sempre sull’aspetto carcere o no, perdendo di vista un tema che prima di tutto è etico e di responsabilità in qualche modo istituzionale: si può tollerare che un numero pur ridotto di bambini sia regolarmente e costantemente cresciuto seguendo un’«educazione criminale»? Perché i gruppi di borseggiatrici rom, ad esempio nella metropolitana di Milano e Roma, hanno spesso al seguito bambini che assistono ogni giorno ai furti e ai borseggi.
È anche vero, allo stesso tempo, che le scarcerazioni immediate per i reati «minori» avvengono di frequente nelle aule delle «direttissime» di tutti i Tribunali italiani per molte altre motivazioni che nulla hanno a che fare con i bambini. Il tema è stato analizzato dopo l’omicidio di un cameriere bengalese, a Milano, lo scorso 27 aprile. Uno dei due assassini, la settimana prima, era stato arrestato e poi scarcerato dopo un furto in un grande magazzino.
Arresti del genere, e ce ne sono decine al giorno, vengono quasi sempre convalidati (il giudice ne riconosce la legittimità), ma spesso non segue «la custodia» in carcere. E questo avviene in base alla pura e semplice applicazione del codice: perché l’imputato può essere condannato a una pena sotto i due anni (quindi l’esecuzione della pena viene sospesa), perché l’avvocato può ottenere un rinvio per preparare la difesa (e in questo caso, per reati «minori», non c’è esigenza di detenzione), perché se la pena è sotto i 4 anni si può chiedere l’affidamento ai servizi sociali e dunque non ha senso che l’imputato vada in carcere. «Su questa idea di sostanziale depenalizzazione non sono d’accordo — conclude l’avvocato Monica Gambirasio — perché se le condotte sono ripetute poi le persone vanno in carcere; perché la sospensione condizionale della pena non vale all’infinito; perché la concessione di misure alternative al carcere non è automatica. E soprattutto, pensando al caso dell’omicidio di Milano, un tentato furto va giudicato per quello che è in quel momento, non si può certo chiedere al giudice di immaginare o ipotizzare condotte criminali future».