La cagnolina sepolta viva «Ha partorito, poi si è spenta»
Cosenza, legata e abbandonata: salvi 9 cuccioli. Brambilla: leggi da rifare
Cos’è
● La Leidaa (Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente) è stata fondata dalla presidente Michela Vittoria Brambilla ● Gestisce il canile di Lecco, garantendo affidi e adozioni sicure, e si prende cura di molte colonie feline in Puglia, Toscana e Liguria ROMA La speranza sono loro. Nove cuccioli nati da una cagnetta bianca, di taglia media, morta subito dopo averli partoriti. L’hanno chiamata Luce, soprannome «Madre coraggio». Erano 11, in due non ce l’hanno fatta, ma è già un miracolo che i fratelli ora siano qui, gli occhi ancora chiusi, allattati col biberon da Michela Brambilla e dalle volontarie della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, fondata dalla deputata di Forza Italia.
È straziante perfino raccontarla questa storia, paradigma di male, cattiveria e sopraffazione nei confronti di un essere più debole, incapace di ribellarsi. Luce è stata incaprettata per tutte e quattro le zampe forse dal padrone che la maltrattava e, contrariato per la gravidanza, l’ha sepolta sotto un cumulo di arbusti e foglie in un terreno incolto alla periferia di Marano Marchesato (Cosenza). Viva, come hanno affermato gli esami eseguiti a Napoli.
Lei, poco a poco, è entrata in coma. Su segnalazione di alcuni passanti è stata soccorsa dai volontari, presenti Carabinieri e sindaco, e portata in un ambulatorio veterinario. Era piena di vermi. «Con- Alla Camera Michela Vittoria Brambilla allatta con il biberon uno dei nove cuccioli sopravvissuti. Chiede pene esemplari per chi maltratta gli animali tinuo a non dormire la notte al ricordo di quel musetto, di quello che ho visto sotto il fogliame», è scossa Gisella Grande, presidente di Leidaa Cosenza. Hanno filmato il ritrovamento e il salvataggio.
I cuccioli sono usciti da quel corpo sofferente, uno dopo l’altro: Luce se ne è andata solo dopo aver partorito l’ultimo, sfidando ogni legge della natura grazie all’istinto materno. I 9 meticci sopravvissuti aspettano ora l’adozione e non dovranno attendere molto. Avranno un futuro generoso di carezze e attenzioni come non ha avuto Luce.
La speranza è, secondo l’associazione, che il loro esempio commuova e spinga i nuovi parlamentari e il governo Conte a intervenire per difen«non dere gli animali. Dice basta, Michela Brambilla, nella sala conferenze della Camera. Ha il volto tirato e di fronte a sé la cesta con i cuccioli bianco latte, arrivati da Cosenza dopo un lungo viaggio e diverse soste per nutrirli. E chiede pene più severe per gli autori dei maltrattamenti, come è scritto nelle sue proposte di legge mai calendarizzate in 5 anni.
avevo mai visto una storia così — dice —. Va sbattuta in faccia a chi crede che gli animali siano bestie. Il responsabile non verrà mai trovato. Ma se anche lo trovassero rischierebbe appena 2 anni e godrebbe della sospensione della pena. Ci dev’essere da parte di tutti una grandissima indignazione. Chiedo all’italia di indignarsi e schierarsi al mio fianco nella battaglia per cambiare le cose, qui in Parlamento». Stigmatizza poi la mancanza di un minimo cenno agli animali nel discorso programmatico alle Camere del premier: «Pochi e generici quelli sull’ambiente».
Nella proposta di legge Brambilla, ripresentata in questa legislatura, vengono aumentate fino a cinque-sei anni le pene previste per il maltrattamento e l’uccisione di animali. Diventano delitti la detenzione in condizioni «insopportabili», l’abbandono e l’uccisione di esemplari di specie protette. Si chiarisce che la «tenuità del fatto» non è applicabile ai reati contro animali. Infine, reclusione fino a 2 anni per chi, fuori dalle ipotesi e modalità previste dalla legge, prepara, detiene o usa esche e bocconi avvelenati.