«A gennaio la società per la rete Tim, ma preoccupa il calo delle tariffe»
MILANO Incassato il via libera preliminare al piano di societarizzazione della rete, il ceo di Tim, Amos Genish ha chiarito come sarà il percorso. Ieri alla presentazione del rapporto annuale dell’organo di vigilanza il manager ha espresso «soddisfazione» per la decisione dell’agcom di mettere a consultazione pubblica la separazione della rete, «una pietra miliare». L’obiettivo è lanciare Netcom «a inizio gennaio». Ma, ha avvertito il manager, «sarà necessaria la definizione di un modello per i prezzi all’ingrosso, che devono essere attentamente analizzati».
Tra consultazione pubblica e analisi di mercato serviranno ancora diversi mesi per capire come Tim scorporerà la rete di accesso. Il problema principale riguarda la nuova regolamentazione e il calcolo delle tariffe, come ha fatto emergere Genish dicendo di essere «preoccupato del costante calo dei prezzi di accesso all’ingrosso che a noi sembra che non sempre tenga conto del costo effettivo». A fronte della societarizzazione della rete, Tim vorrebbe ottenere un nuovo sistema di calcolo delle tariffe basato sulla «Rab» (Regulatory Asset Base) che consente di fissare i prezzi tenendo conto sia del valore dell’asset sia della remunerazione degli investimenti. Un modello tipico dei business regolamentati delle reti. Per Terna le tariffe vengono calcolate in base alla Rab. Ma il presupposto è che si operi sia in regime di monopolio. E questo dovrà stabilirlo l’analisi Agcom. «Dobbiamo ricordare che Netco resta il solo attore dominante — ha sottolineato Genish —, e lo sarà ancora per i prossimi 810 anni, con tutto il rispetto per gli altri concorrenti. Dobbiamo quindi garantire che essa abbia le risorse per sviluppare la fibra». Il ceo di Tim ha auspicato di poter incontrare presto il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, per riprendere «il dialogo positivo» avviato con il predecessore.