Le donne del calcio ci portano al Mondiale
Battuto il Portogallo. La c.t.: «Ripagati i nostri sforzi»
Al Mondiale di Russia l’italia non ci sarà, andrà però a quello di Francia 2019. Non è un premio di consolazione, ma l’impresa firmata dalla Nazionale donne che, vent’anni dopo l’ultima partecipazione nel 1999 negli Usa, stacca il biglietto per la Coppa del Mondo della prossima estate. Il primo fiore della rinascita azzurra sboccia allo stadio Franchi di Firenze, l’italdonne strapazza 3-0 il Portogallo e vince con un turno d’anticipo, e un distacco siderale sul Belgio secondo, il gruppo 6.
Cristiana Girelli, Cecilia Salvai, Barbara Bonansea sono le signore del gol che firmano il successo con una rete di testa, un tiro ravvicinato e un diagonale allo scadere, ma è la c.t. Milena Bertolini la regina di una Nazionale giovane e caparbia, capace di riscuotere applausi e creare l’entusiasmo necessario a spingere un movimento in ascesa. «Sono felice per le ragazze e per il calcio femminile, la qualificazione ci ripaga di tutti gli sforzi di questi anni», è la gioia della Bertolini.
La Nazionale al Mondiale è l’occasione ghiottissima per conquistare ancora più ragazze e far lievitare il numero delle tesserate nel nostro Paese, oggi a quota 23 mila. Non proprio «quattro lesbiche», come le definì Felice Belloli, ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti, silurato per quella volgare brutalità.
Le sorelle d’italia ne hanno fatta parecchia di strada. Giocano un bel calcio. Con un 43-3 votato all’attacco, attento alla difesa e nel pieno rispetto della tradizione nazionale hanno subito appena due reti nelle sette partite del girone, tutte vinte. La Bertolini ha fatto un gran lavoro sul campo, la Nazionale femminile è già un modello fuori. La possibilità di Mario Balotelli primo capitano azzurro di colore fa discutere, ma in realtà l’italia una capitana nera ce l’ha già: è Sara Gama, della Juventus.
Il calcio femminile si muove, spinto dalla Figc che l’ha riportato sotto il suo controllo diretto e soprattutto dal lavoro del direttore generale Michele Uva, autore tra l’altro del libro Campionesse, che ha voluto Patrizia Panico, capocannoniere della serie A per 14 volte, sulla panchina della Nazionale Under 16 maschile. «C’è stato un salto di qualità notevole», sottolinea Evelina Christillin, altra figura chiave per lo sviluppo del movimento con il suo lavoro alla Fifa.
I club maschili di serie A sono obbligati ora ad avere una giovane sezione femminile. La Juventus, vincitrice dell’ultimo scudetto donne, e la Fiorentina (al Franchi ieri c’erano 7 mila spettatori), sono già protagoniste nel campionato femminile. I risultati vengono, i pregiudizi cadono, il viaggio Mondiale è iniziato.