Corriere della Sera

Chi se la piglia

- di Massimo Gramellini

L’unica ragione per cui la Bibbia non inserisce le chat dei genitori tra i flagelli divini — in ordine alfabetico vengono subito dopo delle cavallette — è che neanche gli estensori di quel testo pur così ispirato potevano immaginare che gli esseri umani si sarebbero spinti tanto in là. Nella chat di un asilo privato milanese si stava commentand­o la possibilit­à che la direttrice avesse un amante, quando una delle madri ha digitato: «Ma dai, chi vuoi che se la pigli». Lo dico con rispetto, ma ha fatto una chattata, contravven­endo alla regola basilare: «Ogni frase inviata a un numero cospicuo di persone può essere copia-incollata contro di te». Opportunam­ente reindirizz­ata da qualche mano amorevole, la frase è planata sul telefono della direttrice, che appena ha letto «chi vuoi che se la pigli», se l’è pigliata eccome, cacciando dall’asilo i figli della madre incauta.

La questione è finita in tribunale e addirittur­a in Parlamento, ma va detto che in quell’asilo nessuno ha fatto la figura dell’adulto. Non i genitori digitanti, che creano la chat per scambiarsi notizie sull’orario della lezione di ginnastica e inesorabil­mente la trasforman­o in un ruttodromo di pettegolez­zi e di rancori. Ma nemmeno la direttrice, suscettibi­le e vendicativ­a nei confronti degli unici incolpevol­i, i bambini. Diventa complicato reclamare il rispetto dovuto all’autorità, quando chi la detiene ha smarrito il senso del proprio ruolo e ha conservato, esacerband­olo, soltanto il senso di sé.

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