Corriere della Sera

La viennese Karin che parla l’arabo e striglia Merkel (con diplomazia)

- di Michele Farina

È cresciuta in Giordania, con un padre pilota e istruttore nell’aviazione di re Hussein. Ha studiato all’università Ebraica di Gerusalemm­e. Parla arabo ed ebraico (e altre sei lingue, tra cui l’italiano). Insegnava in Libano, dove da ragazza s’è innamorata di un cristiano maronita. E per la sua autobiogra­fia si è scelta un titolo che è tutto una vita: «Il mio Medio Oriente». Karin Kneissl, 53 anni, ha una piccola fattoria a sud di Vienna ma gli interessi della ministra degli Esteri battono sulla sponda sud del Mediterran­eo. Dove (prima di andare al governo nel dicembre scorso) è riuscita a far arrabbiare (quasi) tutti.

Le primavere arabe e i suoi fuoriuscit­i? Per lei sono il prodotto di quella massa di giovani poveri «pieni di testostero­ne» che non riescono a trovarsi una moglie in patria. In un attacco chimico attribuito ad Assad in Siria Kneissl ha visto lo zampino dell’intelligen­ce turca. Di Theodor Herzl e del movimento sionista che portò alla nascita dello Stato di Israele ha scritto che si ispiravano all’ideologia nazionalis­ta del «Blut und Boden», sangue e terra, tanto cara al nazismo. Anche in Europa l’esperta del settore energetico non ha usato i guanti, criticando per esempio Angela Merkel per i suoi selfie coi migranti. D’altra parte, il motto che si è scelta su Internet è un aforisma poco diplomatic­o di Seneca: «Preferisco molestare con la verità che compiacere con le adulazioni». Uno slogan che si addice appunto a un’analista «indipenden­te», come ama definirsi, e/o alla faccia più aperta e «pontiera» dell’austria all’estero?

Proprio nella sua veste di «indipenden­te», arabista e poliglotta, Karin Kneissl dovrebbe rappresent­are il volto meno controvers­o del Partito della Libertà, il braccio più nazionalis­ta della coalizione di governo che l’ha proposta per il ministero degli Esteri. Il suo leader, Heinz-christian Strache, la vedeva bene anche alla presidenza della Repubblica, prima di scegliere un altro candidato, Norbert Hofer, sconfitto per un soffio dall’ecologista Alexander Van der Bellen. E quando quest’ultimo, dopo la vittoria del centrodest­ra alle politiche dello scorso ottobre, pose il veto su una serie di big Fpö, il vicecancel­liere Strache giocò la carta Kneissl che paragona al socialista Bruno Kreisky, campione della neutralità austriaca da Guerra Fredda.

Pacata, a tratti soporifera (l’opposto di una Marine Le Pen) la ministra che parla otto lingue (sta studiando il cinese) e ha passato otto anni nei ranghi bassi della diplomazia austriaca di fine ’900 (in Spagna ha fatto maturare una simpatia per l’indipenden­za catalana) oggi persegue una diplomazia «che consiste nel creare un clima adeguato — così ha raccontato al Financial Times — in cui discutere dei temi più delicati». Seneca e le sue affilate verità possono attendere. Tanto, delle questioni spinose legate all’europa si occupa direttamen­te il cancellier­e Kurz. Lei prepara il clima. E dice di voler lanciare ponti tra Est e Ovest: Putin, Orban. Il russo no, ma l’ungherese lo mastica bene.

 ??  ?? Lingue Karin Kneissl, 53 anni, ministra degli Esteri austriaca, è un’analista indipenden­te vicina al Partito della Libertà. E’ cresciuta ad Amman, ha studiato tra l’austria, Israele e il Medio Oriente. Parla otto lingue (tra cui l’italiano). Studia il...
Lingue Karin Kneissl, 53 anni, ministra degli Esteri austriaca, è un’analista indipenden­te vicina al Partito della Libertà. E’ cresciuta ad Amman, ha studiato tra l’austria, Israele e il Medio Oriente. Parla otto lingue (tra cui l’italiano). Studia il...

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