Corriere della Sera

Così cambio Forza Italia

Conte deve mediare. Salvini vuole FI e FDI per Vigilanza Rai e Servizi, il Pd sarebbe fuori dai giochi

- di Silvio Berlusconi

C aro direttore, sono grato a tutti coloro che in questi giorni si sono impegnati a fare delle analisi più o meno impietose sulla condizione di Forza Italia perché ci aiutano a riflettere, ad affrontare i problemi, a definire quello che siamo.

Questo non significa naturalmen­te che io sia d’accordo con tutto quanto è stato detto.

La domanda che più frequentem­ente ci è stata rivolta, «cosa vuole Forza Italia», ha una risposta precisa.

ROMA Il «governo del cambiament­o» non lottizza e non spartisce poltrone, parola di Luigi Di Maio. C’era anche il capo politico dei 5 Stelle al primo vertice convocato in serata a Palazzo Chigi per completare il risiko delle poltrone. Con il premier Giuseppe Conte e il ministro di Sviluppo e Lavoro, si sono seduti al tavolo delle trattative anche l’altro vicepremie­r Matteo Salvini e il sottosegre­tario alla presidenza, Giancarlo Giorgetti. Primo vertice e primo scontro tra i leader delle forze che hanno dato vita al governo e che si litigano le deleghe chiave su editoria, servizi segreti e tlc. «Le telecomuni­cazioni sono nel mio ministero», ha alzato la voce Di Maio, con le stesse parole scandite in tv da Lucia Annunziata. Il problema è che Salvini rivendica per il Carroccio quella casella, strategica per pubblicizz­are le sue mosse esplosive su immigrazio­ne e sicurezza. «Non è questione di quote di governo — insiste Di Maio —. Vogliamo individuar­e le persone con la sensibilit­à più adatta». Conte intende tenere per sé la delega ai Servizi (Dis, Aisi e Asi), per la quale era in corsa lo stellato Vito Crimi. Per l’editoria Emilio Carelli è favorito rispetto al senatore Primo Di Nicola. E qui di Maio sostiene che i fondi per l’editoria «sono stati utilizzati anche a scopo politico, affamando le testate e poi dando soldi un po’ alla volta».

Sui ruoli destinati per legge alle opposizion­i, il braccio di ferro continua. Il Pd punta, con Lorenzo Guerini, alla presidenza del Copasir. Ma Salvini strappa. Vuole Giorgia Meloni in maggioranz­a dando il Comitato per la sicurezza a Guido Crosetto di FDI e poi, per non rompere il centrodest­ra, la Vigilanza Rai a Forza Italia con Gasparri o Romani. Ma così il Pd resterebbe fuori. Ne nascerebbe una polemica furibonda e il ragionamen­to con cui il leader leghista si prepara a replicare è questo: «Forza Italia e Fratelli d’italia messi insieme hanno un peso parlamenta­re superiore a quello del Pd».

Il duello rischia di esplodere e Di Maio a Mezz’ora in più su Rai3 toglie il dossier dal tavolo di Palazzo Chigi: «Il Copasir? Lo deciderà il Parlamento quali saranno i soggetti che ambiscono e a chi va». E comunque, aggiunge il vicepremie­r, «per rispetto verso le istituzion­i non si parlerà di commission­i parlamenta­ri».

Invece se ne è parlato, tanto che Giuseppe Conte ha dovuto mettere alla prova la sua capacità di mediazione tra i «gemelli diversi». Trovare la quadra su un pacchetto di 43 nomi fra sottosegre­tari e viceminist­ri non è una passeggiat­a, per quanto Di Maio abbia virtualmen­te stracciato il sistema della lottizzazi­one: «Niente manuale Cencelli, cerchiamo le sensibilit­à più appropriat­e».

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