Così Gemelli e Lazzati forgiarono la Cattolica
Una raccolta degli scritti di Nicola Raponi dedicati alle vicende dell’università del Sacro Cuore (Morcelliana)
Preceduto da un saggio di Luciano Pazzaglia che già costituisce un piccolo libro a sé, il volume Per una storia dell’università Cattolica (Morcelliana) raccoglie i numerosi interventi di Nicola Raponi (1931-2007) su protagonisti e momenti significativi delle vicende dell’università Cattolica, nel periodo compreso tra l’ideazione a cavallo del Novecento, la fondazione nel 1921 e la fine del rettorato di Giuseppe Lazzati nel 1983.
Apparentemente, la frammentarietà dei contributi impedisce al libro di essere una vera e propria «storia», nel senso di un’esposizione organica e coerente; ma lungi dal costituire un limite, ciò offre al lettore l’adeguata cifra interpretativa per cogliere i caratteri della Cattolica e della sua vicenda. Nel corso degli anni, infatti, vi si sono riflesse la ricchezza, ma pure le tensioni e le contraddizioni presenti nella Chiesa italiana e più in generale nel Paese.
Se costanti sono rimasti l’ispirazione di fondo e l’impegno a formare una classe dirigente all’altezza dei tempi, non si possono tuttavia negare le differenze di visione ecclesiologica e di prassi culturale tra Gemelli e Lazzati, che rappresentano i momenti più significativi della vicenda dell’università Cattolica sino ancora ad oggi. Questi due rettori si trovarono a operare in condizioni profondamente diverse: il fascismo, la guerra e l’epoca della ricostruzione, il primo; il secondo, le travagliate vicende del Sessantotto, apertosi proprio in largo Gemelli con l’occupazione dell’anno precedente, poi la perdurante crisi economica e sociale degli anni Settanta, in cui l’ateneo cercò di declinare sotto la guida di Lazzati l’insegnamento del Concilio Vaticano II.
Come detto, con la fine del rettorato di quest’ultimo terminano le pagine di Raponi. Non è un caso, e non solo per la dichiarata simpatia dell’autore per quella stagione. Nel decennio successivo, infatti, mutarono profondamente le condizioni del sistema universitario, a seguito dell’università di massa e del Dpr 382 del 1980 che agì sul reclutamento dei docenti, e quelle stesse della Chiesa italiana. Inevitabilmente, ne uscì ridimensionato quel ruolo di fucina della classe dirigente cattolica sino ad allora svolto dall’ateneo, che costituisce un aspetto della più generale crisi della classe dirigente del Paese che dura ancora oggi.