Risorge «La nonne sanglante», opera horror di Gounod
PARIGI Vestita di bianco come una sposa, ogni notte a mezzanotte si aggira nei saloni del castello. Il volto nascosto dal velo, una lampada in una mano, nell’altra un pugnale. Quello che tanti anni prima un uomo le conficcò in seno macchiando il candore delle vesti con una chiazza vermiglia senza fine. È La nonne sanglante, la suora che sanguina, lo spettro in cerca di vendetta, protagonista di una delle opere più curiose e meno fortunate di Charles Gounod. Andata in scena la prima volta all’opéra di Parigi nel 1854, fu tolta dal cartellone dopo 11 recite dal direttore di allora che, forse per livore verso il predecessore che l’aveva commissionata, la bollò come «spazzatura».
E da allora la Suora fu sepolta viva per oltre un secolo e mezzo. A tirarla fuori dalla tomba dell’oblio è ora l’altro teatro lirico parigino, l’opéra Comique, che la propone nel nuovo allestimento coprodotto con Palazzetto Bru Zane, centro veneziano della grande musica francese, il cui Festival rende omaggio a Gounod nel bicentenario della nascita.
La Fantasma dell’opera incassa il suo trionfo postumo. Merito della direzione energica di Laurence Equilbey, della regia visionaria di David Babée e di un cast su cui svettano Michael Spyress (Rodolphe) e Marion Lebègue, la Nonne. Che con la sua presenza regala un raro esempio di opera horror. Dove un amore contrastato alla Capuleti e Montecchi trova il terzo incomodo nella monaca révenante che, scherzo del destino, si chiama come la promessa sposa: Agnès. E Agnès, la viva, per evadere la sorveglianza di casa pensa di approfittare della macabra leggenda e travestirsi da suora fantasma. Peccato che all’appuntamento con l’amato prima di lei arrivi la vera Nonne. E Rodolphe, un po’ perché è miope, un po’ perché si confonde con le Agnès, le giura eterna fedeltà.
Non l’avesse mai fatto. La defunta si risveglia, smaniosa di consumare le nozze... L’happy end finale stride con l’atmosfera gotica in voga ai tempi, tanto che il libretto di Scribe aveva destato la curiosità di tanti compositori. Il solo a accettare la sfida però fu Gounod, appassionato dell’occulto.