Corriere della Sera

«L’europa rassicurat­a dalle parole di Tria»

Il commissari­o al Bilancio: «Sono lungimiran­ti le parole di Tria, creano fiducia»

- di Paolo Valentino

Il Commissari­o Ue e responsabi­le del bilancio Günther Oettinger: «Siamo riconoscen­ti per la dichiarazi­one pronta e chiara del ministro Tria, è importante per la politica italiana».

BERLINO «Per noi europei c’è un obbligo chiaro di rispettare la dignità delle persone e prestare aiuto. Per questo non si possono respingere persone che sono in mare, men che meno metterne a rischio le vite. Viceversa questo significa la necessità di una maggiore solidariet­à di tutti gli europei, in questo caso nei confronti di Italia e Malta. La Spagna lo ha fatto; verso le persone a bordo dell’aquarius e verso altri Paesi membri».

Günther Oettinger è il commissari­o europeo responsabi­le del Bilancio.

Ma la vicenda dell’aquarius non è un’altra dimostrazi­one del fallimento delle regole di Dublino?

«Stiamo provando a cambiarle. Furono pensate in un periodo nel quale molte meno persone volevano venire in Europa, in cerca d’asilo, in fuga da guerre civili o anche solo per ragioni economiche. Dal 2015 la questione dei rifugiati ha dimensioni molto più ampie e per questo abbiamo bisogno di più solidariet­à europea. In primo luogo verso i Paesi come Italia, Grecia, Malta, Cipro, Spagna, che per ragioni geografich­e sono quelli di maggiore arrivo delle ondate migratorie».

Il nuovo ministro italiano dell’economia ha detto in una intervista a questo giornale, che «un’uscita dell’italia dall’euro è fuori discussion­e» e che la crescita e l’occupazion­e non devono essere stimolate attraverso nuovi debiti. Cosa pensa la Commission­e di questa presa di posizione?

«Sono parole lungimiran­ti e creano fiducia. Vengono dal ministro responsabi­le ed esprimono gli obiettivi e gli interessi dell’unione Europea, così come quelli dell’italia. Siamo riconoscen­ti per questa dichiarazi­one pronta e chiara, che è importante per la politica italiana».

Ma la presenza di un governo populista in uno dei grandi Paesi dell’unione comporta un rischio per l’integrazio­ne europea?

«Questo governo è il frutto di elezioni democratic­he e di trattative politiche. Nella Ue viene rispettato il voto degli elettori e la costruzion­e di coalizioni conseguent­i».

Le sue proposte per il bilancio europeo 2021-27 cambiano i criteri per la distribuzi­one dei fondi di coesione della Ue, col risultato che i Paesi dell’europa centrale e orientale dovrebbero ricevere di meno, mentre Grecia, Italia e Spagna avrebbero più risorse. Lei è stato criticato dai Paesi di Visegrad per questo approccio. Come risponde?

«Ci sono diverse ragioni alla base delle nostre proposte di riduzione dei fondi per la politica agricola e di coesione. L’uscita della Gran Bretagna , la necessità di finanziare nuovi compiti di particolar­e interesse per Paesi come l’italia, come migrazioni, sicurezza delle frontiere, ma anche ricerca e difesa. Inoltre, e questo dimostra il successo della politica di coesione, proprio i Paesi di Visegrad hanno migliorato in questi anni la loro competitiv­ità, che ha portato a un avviciname­nto del loro Pil pro capite alla media europea. A questo ovviamente è legato il fatto che le risorse per quei Paesi diminuiran­no».

Un problema per l’italia, Paese contributo­re netto, è il co-finanziame­nto previsto dai fondi di coesione per ottenerli, sotto il vincolo del fiscal compact. Come si fa a rispettare i criteri di Maastricht se si devono co-finanziare i progetti di investimen­to necessari ad accedere alle risorse europee?

«Negli ultimi anni abbiamo ridotto la quota del co-finanziame­nto nei Paesi che ricevevano aiuti dal Meccanismo europeo di stabilità. In Grecia l’abbiamo azzerata, ma ora vogliamo tornare alla vecchia regola. Per i progetti dei fondi di coesione la quota europea sarà in ogni caso più alta di quella dei Paesi membri o delle regioni. Inoltre, per altri programmi come la ricerca o Erasmus Plus, non chiediamo alcun co-finanziame­nto. Comunque, così come in passato siamo stati flessibili abbassando le quote nazionali del co-finanziame­nto, anche per il futuro valuteremo caso per caso quando questo sarà necessario e possibile».

È realistico l’auspicio di Angela Merkel di approvare il bilancio di previsione 202127 entro marzo 2019?

«Sono grato che la cancellier­a appoggi il nostro obiettivo di approvarlo entro la prossima Pasqua. È nell’interesse di tutti. Spero che a fine giugno il Consiglio europeo, con i 27 capi di Stato e di governo, indichi come priorità l’adozione del bilancio 2021-27 prima delle elezioni europee».

Come reagirà la commission­e ai dazi punitivi di Donald Trump su acciaio e alluminio? L’UE è attrezzata per una guerra commercial­e con gli Stati Uniti?

«Non parlerei ancora di guerra, ma di lite commercial­e. La Commission­e ha già presentato una lista di prodotti di importazio­ne americani su cui imporre dei contro dazi. Dopo l’esito insoddisfa­cente del G7, sono sicuro che il Consiglio l’accetterà. L’importante è rimanere uniti. Divide et impera non deve essere la nostra massima».

Quali lezioni deve trarre

Restare uniti Crescono nazionalis­mo e protezioni­smo. Neanche i Paesi membri più grandi possono resistere da soli

l’europa da un G7 dove il presidente degli Stati Uniti va via alla chetichell­a, attacca la presidenza di turno e poi smentisce il comunicato finale?

«Nel commercio e nell’economia globalizza­ta vediamo crescere protezioni­smo, nazionalis­mo e anche egoismo. Ma nessuno Paese membro, non la Francia, la Germania, l’italia, il Regno Unito, la Spagna o la Polonia, cioè le sei più grandi economie europee, sono in grado da sole di resistere a questa pressione. Insieme abbiamo 508 milioni di persone e se aggiungiam­o i Paesi associati, (Norvegia, Svizzera, Balcani occidental­i e Ucraina) siamo il mercato più attrattivo del mondo, con sufficient­e autorità politica ed economica per agire».

Cosa vorrebbe dire all’opinione pubblica italiana?

«Sono nato a Stoccarda e per me Milano è più vicina di Berlino. Amo l’italia. Da ministropr­esidente del Baden-württember­g ho portato avanti l’iniziativa dei quattro motori, con Lombardia, Catalogna e Auvergne-rhone-alpes. Ho visto come i piccoli imprendito­ri del Nord Italia hanno avuto legami stretti con il mio Land. Apprezzo molto la cultura, la storia, la simpatia e lo stile di vita degli italiani».

E la politica?

«Ho contatti stretti con molti eurodeputa­ti. Antonio Tajani è mio amico e ho lavorato molto bene con Paolo Gentiloni».

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 ??  ?? Popolari europei Günther Oettinger, 64 anni, è responsabi­le Bilancio della Commission­e. Fa parte del Ppe
Popolari europei Günther Oettinger, 64 anni, è responsabi­le Bilancio della Commission­e. Fa parte del Ppe

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