«L’europa rassicurata dalle parole di Tria»
Il commissario al Bilancio: «Sono lungimiranti le parole di Tria, creano fiducia»
Il Commissario Ue e responsabile del bilancio Günther Oettinger: «Siamo riconoscenti per la dichiarazione pronta e chiara del ministro Tria, è importante per la politica italiana».
BERLINO «Per noi europei c’è un obbligo chiaro di rispettare la dignità delle persone e prestare aiuto. Per questo non si possono respingere persone che sono in mare, men che meno metterne a rischio le vite. Viceversa questo significa la necessità di una maggiore solidarietà di tutti gli europei, in questo caso nei confronti di Italia e Malta. La Spagna lo ha fatto; verso le persone a bordo dell’aquarius e verso altri Paesi membri».
Günther Oettinger è il commissario europeo responsabile del Bilancio.
Ma la vicenda dell’aquarius non è un’altra dimostrazione del fallimento delle regole di Dublino?
«Stiamo provando a cambiarle. Furono pensate in un periodo nel quale molte meno persone volevano venire in Europa, in cerca d’asilo, in fuga da guerre civili o anche solo per ragioni economiche. Dal 2015 la questione dei rifugiati ha dimensioni molto più ampie e per questo abbiamo bisogno di più solidarietà europea. In primo luogo verso i Paesi come Italia, Grecia, Malta, Cipro, Spagna, che per ragioni geografiche sono quelli di maggiore arrivo delle ondate migratorie».
Il nuovo ministro italiano dell’economia ha detto in una intervista a questo giornale, che «un’uscita dell’italia dall’euro è fuori discussione» e che la crescita e l’occupazione non devono essere stimolate attraverso nuovi debiti. Cosa pensa la Commissione di questa presa di posizione?
«Sono parole lungimiranti e creano fiducia. Vengono dal ministro responsabile ed esprimono gli obiettivi e gli interessi dell’unione Europea, così come quelli dell’italia. Siamo riconoscenti per questa dichiarazione pronta e chiara, che è importante per la politica italiana».
Ma la presenza di un governo populista in uno dei grandi Paesi dell’unione comporta un rischio per l’integrazione europea?
«Questo governo è il frutto di elezioni democratiche e di trattative politiche. Nella Ue viene rispettato il voto degli elettori e la costruzione di coalizioni conseguenti».
Le sue proposte per il bilancio europeo 2021-27 cambiano i criteri per la distribuzione dei fondi di coesione della Ue, col risultato che i Paesi dell’europa centrale e orientale dovrebbero ricevere di meno, mentre Grecia, Italia e Spagna avrebbero più risorse. Lei è stato criticato dai Paesi di Visegrad per questo approccio. Come risponde?
«Ci sono diverse ragioni alla base delle nostre proposte di riduzione dei fondi per la politica agricola e di coesione. L’uscita della Gran Bretagna , la necessità di finanziare nuovi compiti di particolare interesse per Paesi come l’italia, come migrazioni, sicurezza delle frontiere, ma anche ricerca e difesa. Inoltre, e questo dimostra il successo della politica di coesione, proprio i Paesi di Visegrad hanno migliorato in questi anni la loro competitività, che ha portato a un avvicinamento del loro Pil pro capite alla media europea. A questo ovviamente è legato il fatto che le risorse per quei Paesi diminuiranno».
Un problema per l’italia, Paese contributore netto, è il co-finanziamento previsto dai fondi di coesione per ottenerli, sotto il vincolo del fiscal compact. Come si fa a rispettare i criteri di Maastricht se si devono co-finanziare i progetti di investimento necessari ad accedere alle risorse europee?
«Negli ultimi anni abbiamo ridotto la quota del co-finanziamento nei Paesi che ricevevano aiuti dal Meccanismo europeo di stabilità. In Grecia l’abbiamo azzerata, ma ora vogliamo tornare alla vecchia regola. Per i progetti dei fondi di coesione la quota europea sarà in ogni caso più alta di quella dei Paesi membri o delle regioni. Inoltre, per altri programmi come la ricerca o Erasmus Plus, non chiediamo alcun co-finanziamento. Comunque, così come in passato siamo stati flessibili abbassando le quote nazionali del co-finanziamento, anche per il futuro valuteremo caso per caso quando questo sarà necessario e possibile».
È realistico l’auspicio di Angela Merkel di approvare il bilancio di previsione 202127 entro marzo 2019?
«Sono grato che la cancelliera appoggi il nostro obiettivo di approvarlo entro la prossima Pasqua. È nell’interesse di tutti. Spero che a fine giugno il Consiglio europeo, con i 27 capi di Stato e di governo, indichi come priorità l’adozione del bilancio 2021-27 prima delle elezioni europee».
Come reagirà la commissione ai dazi punitivi di Donald Trump su acciaio e alluminio? L’UE è attrezzata per una guerra commerciale con gli Stati Uniti?
«Non parlerei ancora di guerra, ma di lite commerciale. La Commissione ha già presentato una lista di prodotti di importazione americani su cui imporre dei contro dazi. Dopo l’esito insoddisfacente del G7, sono sicuro che il Consiglio l’accetterà. L’importante è rimanere uniti. Divide et impera non deve essere la nostra massima».
Quali lezioni deve trarre
Restare uniti Crescono nazionalismo e protezionismo. Neanche i Paesi membri più grandi possono resistere da soli
l’europa da un G7 dove il presidente degli Stati Uniti va via alla chetichella, attacca la presidenza di turno e poi smentisce il comunicato finale?
«Nel commercio e nell’economia globalizzata vediamo crescere protezionismo, nazionalismo e anche egoismo. Ma nessuno Paese membro, non la Francia, la Germania, l’italia, il Regno Unito, la Spagna o la Polonia, cioè le sei più grandi economie europee, sono in grado da sole di resistere a questa pressione. Insieme abbiamo 508 milioni di persone e se aggiungiamo i Paesi associati, (Norvegia, Svizzera, Balcani occidentali e Ucraina) siamo il mercato più attrattivo del mondo, con sufficiente autorità politica ed economica per agire».
Cosa vorrebbe dire all’opinione pubblica italiana?
«Sono nato a Stoccarda e per me Milano è più vicina di Berlino. Amo l’italia. Da ministropresidente del Baden-württemberg ho portato avanti l’iniziativa dei quattro motori, con Lombardia, Catalogna e Auvergne-rhone-alpes. Ho visto come i piccoli imprenditori del Nord Italia hanno avuto legami stretti con il mio Land. Apprezzo molto la cultura, la storia, la simpatia e lo stile di vita degli italiani».
E la politica?
«Ho contatti stretti con molti eurodeputati. Antonio Tajani è mio amico e ho lavorato molto bene con Paolo Gentiloni».