«Senza voti d’opinione noi ancora più forti E il governo piace»
MILANO «È oggettivo. La Lega è una forza politica centrale che ha saputo radicarsi anche in territori in cui prima avevamo delle difficoltà». Massimiliano Fedriga, già capogruppo della Lega alla Camera, è l’uomo che ha strappato il Friuli Venezia Giulia al centrosinistra. E ora, da presidente, osserva le consultazioni che hanno chiuso il ciclo elettorale del 2018: «Il dato migliore è che, appunto, erano amministrative».
Più lontane, dunque, dal voto di opinione?
«Appunto. Le amministrative spesso comprimono il voto di opinione, perché sono le consultazioni in cui emergono in modo più chiaro le specificità locali. Ma ha visto a Terni? La Lega sfiora il 30%...».
Ritiene possibile che in alcune città in cui si svolgeranno i ballottaggi possano esserci accordi con i 5 Stelle, partner di governo?
«Tendo a escludere rapporti al secondo turno con forze politiche che non siano di centrodestra. Del resto, noi l’abbiamo sempre detto: la nostra alleanza è forte e resta assolutamente unita».
Eppure, la Lega è al governo, Forza Italia all’opposizione e Fratelli d’italia appoggerà l’esecutivo da fuori. Il centrodestra non pare poi così unito.
«Ripeto: noi stiamo dentro al centrodestra. E qualsiasi scelta fatta in questi ultimi mesi è stata concordata e condivisa con i nostri alleati. Il governo nasce dalla necessità di cambiamento espressa dagli elettori, e mi pare che i risultati già si vedano».
I 5 Stelle hanno avuto risultati meno brillanti. E al loro interno si notano sensibilità diverse. Non è un rischio per il governo?
«Va beh, se uno è forte, ci sono rischi per il governo, se è più debole, pure. A me pare che sin dai primissimi atti del