«Italia agroalimentare, rischio dazi Schiacciati nella sfida tra Usa e Ue»
Giansanti: l’export vale 40 miliardi, ma importiamo molte materie prime
«Nel 2017 l’export dell’agro-alimentare made in Italy ha superato i 40 miliardi di euro. Ma il nostro saldo resta negativo per circa 5 miliardi. Quindi se scoppiasse una battaglia dei dazi globale, salirebbero allo stesso tempo i costi sia per l’alimentazione sia per l’approvvigionamento dell’industria di trasformazione: la nostra sovranità rischia di diventare molto più costosa». Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura lancia l’allarme dopo l’escalation delle ultime settimane.
«La conclusione dei lavori del G7 con gli Stati Uniti che hanno ritirato il sostegno formale al documento finale è un segnale molto preoccupante», prosegue Giansanti che guarda con «timore» anche alle contromisure messe in campo dall’unione europea contro le tariffe sull’acciaio e l’alluminio europei imposte dall’amministrazione Trump. «Dall’inizio di luglio la Ue imporrà dazi su una serie di prodotti provenienti dagli Usa tra cui grano, succo d’arancia, riso e mais. Il Canada ha deciso di seguire la stessa strada e anche il Messico applicherà misure di ritorsione sulle importazioni Presidente Massimiliano Giansanti, 44 anni, è presidente di Confagricoltura dal maggio 2017 dagli Usa, compresi i prodotti agricoli. Siamo a un passo da una guerra commerciale». Confagricoltura teme che gli Stati Uniti passino a loro volta all’attacco, con pesanti ricadute per l’italia. «Le nostre esportazioni agroalimentari verso gli Stati Uniti ammontano a circa 4 miliardi di euro l’anno — spiega Giansanti
Il negoziato
La conclusione dei lavori del G7 con gli Usa che hanno ritirato il sostegno è preoccupante —. L’incremento nel 2017 rispetto all’anno prima è stato del 6%. Quello americano è il nostro primo mercato fuori dalla Ue e il terzo in assoluto dopo Germania e Francia».
Le tensioni commerciali internazionali si inseriscono in un contesto che per l’agricoltura italiana presenta già delle criticità legate alla definizione del nuovo bilancio dell’unione europea per il periodo 2021-2027. «La Commissione europea ha proposto una riduzione del budget pluriennale per l’agricoltura del 15% in termini reali. Un taglio che (dati in euro) export verso gli USA 2.712.743.903 2.858.512.908 3.036.323.384 3.631.544.946 3.835.651.670 per l’italia — calcola Giansanti — si traduce in una riduzione pari a circa 15 miliardi di euro. A cui bisogna aggiungere l’impatto dei nuovi criteri che Bruxelles vuole adottare per la distribuzione dei fondi, passando da una logica di sviluppo dell’impresa agricola a una politica di sostegno del reddito. Dunque i trasferimenti diretti
Il grano 4.026.292.042 rischiano di essere ulteriormente diminuiti per le imprese di maggiore dimensione, cioè per quelle aziende che esportano». «Un pericolo per il nostro sistema produttivo: il 25% dell’export alimentare dell’europa è garantito dall’italia. Visti gli scenari che si prospettano è necessario riprenderci i settori di base: la zootecnica, l’ortofrutta e il settore cerealicolo».
Per Giansanti «bisogna recuperare competitività per poter stare sui mercati, ormai i prezzi agricoli sono globali. Dobbiamo promuovere l’aggregazione dell’offerta nella filiera creando dei campioni, crescendo di dimensione. Investire nelle infrastrutture, favorendo i progetti che promuovono le attività aeroportuali e portuali: le nostre merci vengono imbarcate nei porti di Amsterdam, Rotterdam e Amburgo. E poi fare in modo che la politica agricola comunitaria resti uno strumento di crescita e non si trasformi in un sussidio». Il primo appuntamento è il 18 giugno: «Accompagneremo a Lussemburgo, in modo informale, il ministro Centinaio per il Consiglio Agricoltura».
Dall’inizio di luglio l’europa imporrà dazi su una serie di prodotti Usa tra cui grano, succo d’arancia, riso e mais