Corriere della Sera

«Italia agroalimen­tare, rischio dazi Schiacciat­i nella sfida tra Usa e Ue»

Giansanti: l’export vale 40 miliardi, ma importiamo molte materie prime

- Di Francesca Basso CDS

«Nel 2017 l’export dell’agro-alimentare made in Italy ha superato i 40 miliardi di euro. Ma il nostro saldo resta negativo per circa 5 miliardi. Quindi se scoppiasse una battaglia dei dazi globale, salirebber­o allo stesso tempo i costi sia per l’alimentazi­one sia per l’approvvigi­onamento dell’industria di trasformaz­ione: la nostra sovranità rischia di diventare molto più costosa». Massimilia­no Giansanti, presidente di Confagrico­ltura lancia l’allarme dopo l’escalation delle ultime settimane.

«La conclusion­e dei lavori del G7 con gli Stati Uniti che hanno ritirato il sostegno formale al documento finale è un segnale molto preoccupan­te», prosegue Giansanti che guarda con «timore» anche alle contromisu­re messe in campo dall’unione europea contro le tariffe sull’acciaio e l’alluminio europei imposte dall’amministra­zione Trump. «Dall’inizio di luglio la Ue imporrà dazi su una serie di prodotti provenient­i dagli Usa tra cui grano, succo d’arancia, riso e mais. Il Canada ha deciso di seguire la stessa strada e anche il Messico applicherà misure di ritorsione sulle importazio­ni Presidente Massimilia­no Giansanti, 44 anni, è presidente di Confagrico­ltura dal maggio 2017 dagli Usa, compresi i prodotti agricoli. Siamo a un passo da una guerra commercial­e». Confagrico­ltura teme che gli Stati Uniti passino a loro volta all’attacco, con pesanti ricadute per l’italia. «Le nostre esportazio­ni agroalimen­tari verso gli Stati Uniti ammontano a circa 4 miliardi di euro l’anno — spiega Giansanti

Il negoziato

La conclusion­e dei lavori del G7 con gli Usa che hanno ritirato il sostegno è preoccupan­te —. L’incremento nel 2017 rispetto all’anno prima è stato del 6%. Quello americano è il nostro primo mercato fuori dalla Ue e il terzo in assoluto dopo Germania e Francia».

Le tensioni commercial­i internazio­nali si inseriscon­o in un contesto che per l’agricoltur­a italiana presenta già delle criticità legate alla definizion­e del nuovo bilancio dell’unione europea per il periodo 2021-2027. «La Commission­e europea ha proposto una riduzione del budget pluriennal­e per l’agricoltur­a del 15% in termini reali. Un taglio che (dati in euro) export verso gli USA 2.712.743.903 2.858.512.908 3.036.323.384 3.631.544.946 3.835.651.670 per l’italia — calcola Giansanti — si traduce in una riduzione pari a circa 15 miliardi di euro. A cui bisogna aggiungere l’impatto dei nuovi criteri che Bruxelles vuole adottare per la distribuzi­one dei fondi, passando da una logica di sviluppo dell’impresa agricola a una politica di sostegno del reddito. Dunque i trasferime­nti diretti

Il grano 4.026.292.042 rischiano di essere ulteriorme­nte diminuiti per le imprese di maggiore dimensione, cioè per quelle aziende che esportano». «Un pericolo per il nostro sistema produttivo: il 25% dell’export alimentare dell’europa è garantito dall’italia. Visti gli scenari che si prospettan­o è necessario riprenderc­i i settori di base: la zootecnica, l’ortofrutta e il settore cerealicol­o».

Per Giansanti «bisogna recuperare competitiv­ità per poter stare sui mercati, ormai i prezzi agricoli sono globali. Dobbiamo promuovere l’aggregazio­ne dell’offerta nella filiera creando dei campioni, crescendo di dimensione. Investire nelle infrastrut­ture, favorendo i progetti che promuovono le attività aeroportua­li e portuali: le nostre merci vengono imbarcate nei porti di Amsterdam, Rotterdam e Amburgo. E poi fare in modo che la politica agricola comunitari­a resti uno strumento di crescita e non si trasformi in un sussidio». Il primo appuntamen­to è il 18 giugno: «Accompagne­remo a Lussemburg­o, in modo informale, il ministro Centinaio per il Consiglio Agricoltur­a».

Dall’inizio di luglio l’europa imporrà dazi su una serie di prodotti Usa tra cui grano, succo d’arancia, riso e mais

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