Corriere della Sera

Chi delocalizz­a dovrà restituire i bonus

Stop all’aumento Iva. Missione di Tria in Europa. Savona: non esiste un piano B, euro indispensa­bile

- Lorenzo Salvia

ROMA Ha il grande vantaggio di essere a costo zero per le casse pubbliche, a differenza di altre misure del contratto tra Lega e Movimento 5 Stelle, come il reddito di cittadinan­za o la dual tax. E per questo potrebbe essere il primo intervento del nuovo governo sul terreno dell’economia. Il vicepresid­ente del Consiglio Luigi Di Maio spinge sulle misure contro la delocalizz­azione, il trasferime­nto all’estero della produzione da parte delle aziende. Il progetto potrebbe prendere la forma di un disegno di legge da presentare entro poche settimane, anche per rispondere all’attivismo della Lega sull’immigrazio­ne che in questi giorni, sul piano della concorrenz­a interna al governo, ha messo in ombra il Movimento 5 Stelle.

L’idea è che le imprese che hanno ricevuto aiuti pubblici, anche sotto forma di incentivi fiscali, e che poi spostano gli stabilimen­ti in altri Paesi, anche dell’unione Europea, debbano restituire i fondi pubblici incassati. Una misura non facile da costruire sul piano tecnico. E che sarebbe accompagna­ta da un altro intervento, ripreso da una proposta di legge da poco presentata dalla Lega e firmata anche dal sottosegre­tario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti. Alle merci importate in Italia da stabilimen­ti «spostati» all’estero sarebbe applicato un dazio, nella proposta della Lega viene fissato al 10%. E l’incasso sarebbe destinato, sotto forma di credito d’imposta, alle imprese che svolgono sul territorio italiano tutte le fasi della lavorazion­e. Sarebbe una misura chiarament­e incompatib­ile con la normativa comunitari­a, visto che i dazi sono materia riservata a Bruxelles. Una provocazio­ne. Ma, almeno in questo momento, l’intenzione è proprio questa.

Del resto il messaggio lasciato filtrare ieri dopo il vertice tra il presidente del Consiglio

Giuseppe Conte e i ministri economici è stato proprio quello di un «nuovo atteggiame­nto verso l’europa», «perché la musica deve cambiare». Oggi il ministro

dell’economia Giovanni Tria incontrerà a Parigi il suo collega Bruno Le Maire, il giorno dopo sarà a Berlino per incontrare il ministro tedesco Olaf Scholz. Il tutto per avviare un «dialogo costruttiv­o» e cominciare a discutere della governance in Europa. Ma anche della flessibili­tà sui conti che potrebbe liberare risorse per la prossima legge di Bilancio. Non sarà con lui il ministro per le Politiche europee Paolo Savona, che ieri ha detto di «non voler far tremare l’europa» e che «l’euro è indispensa­bile per il mercato unico». Aggiungend­o, però: «Mi hanno chiesto l’abiura e se l’avessi fatta sarei al ministero dell’economia», «avrei potuto fare come Galileo». La risoluzion­e di maggioranz­a sul Def, il Documento di economia e finanza, che sarà votata la prossima settimana, conferma lo stop all’aumento dell’iva previsto a gennaio. Per raggiunger­e l’obiettivo si potrebbe agire sul deficit portando l’asticella all’1,5% del Pil rispetto alla previsione attuale dello 0,8%. Confermand­o comunque una discesa rispetto all’1,6 fissato per il 2018. Tra gli interventi allo studio anche la pensione di cittadinan­za, l’estensione del reddito di cittadinan­za ai pensionati prevista dal contratto di governo. Avrebbe però un costo trai 4 e i 20 miliardi di euro.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy