Corriere della Sera

Gli sbarchi in calo la paura in aumento Quando la politica amplifica le percezioni

- Angela Merkel cancellier­a tedesca di Federico Fubini

L’immigrazio­ne domina le preoccupaz­ioni degli italiani e di quasi tutti gli altri europei. Liquidarla come una questione inesistent­e, o illusoria, sarebbe un atto di miopia; nessun governo democratic­o ha diritto di ignorare ciò che turba i suoi elettori. E i flussi di persone che negli ultimi anni sono entrate nell’unione Europea dal Medio Oriente o dall’africa rientrano esattament­e in questa categoria. L’ultimo Eurobarome­tro, il sondaggio raccolto dalla Commission­e Ue, mette gli immigrati al primo posto fra i temi che mettono gli elettori europei più in apprension­e: lo cita quasi un europeo su quattro. In Italia, uno dei grandi fronti degli sbarchi degli ultimi anni, ciò è ancora più vero: il 41% degli elettori vede nell’immigrazio­ne il problema numero uno, anche se il numero degli stranieri nel Paese è quasi fermo da anni sotto quota sei milioni e gli irregolari («clandestin­i») erano ben più numerosi nel 2008 o nel 2002. Goffredo Buccini sul Corriere il 21 giugno nota non a caso che i numeri da soli non dicono mai tutto: anche quando sono relativame­nte pochi, gli immigrati sembrano sempre più numerosi nelle periferie povere nelle quali si addensano.

I politici — in Baviera, come in Italia, in Francia o in Svezia — di rado resistono alla tentazione di tuffarsi nella breccia fra la logica fredda dei numeri e le percezioni di chi vota. Horst Seehofer, il ministro dell’interno tedesco, minaccia di far cadere il suo governo e terremotar­e la politica europea se la cancellier­a Angela Merkel non strappa un accordo sui respingime­nti in frontiera entro pochi giorni. Eppure i tentativi di ingresso di irregolari in Germania sono crollati del 93% in due anni e ormai più della metà sono respinti con le regole esistenti. Il cancellier­e di Vienna Sebastian Kurz è altrettant­o risoluto nei confronti dell’italia eppure, nota Matteo Villa

 Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi Ma i rifugiati e i migranti non possono scegliere in quale Paese chiedere asilo

 Possiamo pensare di creare delle piattaform­e di sbarco al di fuori del territorio Ue, per esempio nei Paesi del Nord Africa, ma prima ne dobbiamo discutere con loro

dell’ispi, già nel 2016 erano più gli irregolari che passavano dall’austria verso Sud che dall’italia verso Nord. E Matteo Salvini in Italia ha fatto la sua campagna dietro il cartello «Stop Invasione». Ma l’anno scorso il numero degli stranieri nel Paese — irregolari inclusi — è cresciuto di appena 9 mila unità (lo 0,01% della popolazion­e residente), mentre gli sbarchi erano in calo del 66% nel giorno del trionfo elettorale della Lega e del 78% mentre Salvini giurava da ministro dell’interno (oggi siamo a meno 77,3%). Quanto agli irregolari, in Italia si stima ne vivessero 250 mila in più 15 anni fa e 150 mila in più all’inizio della Grande recessione.

I dati sono raccolti da fonti ufficiali, con rigore, da Matteo Villa dell’ispi e ricordano una duplice verità: le percezioni delle persone sono fondamenta­li ma i numeri, se esprimono la realtà, contribuis­cono a plasmarle. C’è per esempio un dato fra i tanti elaborati da Villa che potrebbe spiegare parte dei cali di oggi negli arrivi dalla Libia e forse anche di quelli del futuro prossimo. Perché ormai i calcoli di coloro che partono stanno profondame­nte mutando. Come mostra il grafico in pagina, anche solo poco più di un anno fa chi salpava dalla Libia a bordo di un barcone aveva circa il 98% di probabilit­à di approdare in Italia (il restante 2% circa affogava nei naufragi). Nel 2018 invece sono approdati sul suolo dell’unione Europea poco più del 40% dei migranti, in febbraio e marzo, e meno del 60% in aprile e maggio. I naufragi sono fortemente calati, per fortuna. Ma tutte le altre barche sono state intercetta­te in acque libiche dalla Guardia costiera di Tripoli — equipaggia­ta dal precedente governo italiano — e riportate indietro. Queste dinamiche alla lunga incidono a fondo sulle decisioni dei migranti.

Il viaggio costa infatti a ogni giovane subsaharia­no tra mille e 5 mila dollari. Spesso sono anni di reddito di un’intera famiglia, da versare ai trafficant­i: un investimen­to che si affronta più facilmente se la prospettiv­a di arrivare in Europa è concreta; ma non resta appena una possibilit­à su due di restare bloccati in Libia e perdere così nelle mani di criminali il frutto di anni di fatica e di speranza.

 I migranti potrebbero diventare una questione esistenzia­le per l’europa O la gestiamo o nessuno crederà più al nostro sistema di valori

Ieri e oggi

Si stima che in Italia 15 anni fa vivessero 250 mila clandestin­i in più rispetto ad oggi

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy