Corriere della Sera

Buon riposo Asimo

- Di Massimo Gaggi

Metri L’altezza del robot androide Asimo. Nel suo complesso la macchina sofisticat­a pesa qualcosa come 52 chilogramm­i. Nella sua ultima versione del 2006 Asimo presenta 32 gradi di libertà Km/h

La velocità massima che può raggiunger­e la versione più aggiornata di Asimo. Il robot — che ricorda un piccolo astronauta che indossa uno zainetto — nella sua versione iniziale procedeva a non più di 3 km/h L’ intelligen­za artificial­e fa passi da gigante, molti già vedono dietro l’angolo l’era dei robot tuttofare e, addirittur­a, degli umanoidi capaci di prendere il sopravvent­o sugli esseri umani. Intanto, però, Asimo, il più celebre dei robot oggi in circolazio­ne, una specie di piccolo astronauta bianco con uno schermo al posto del volto (o, se preferite, un mini omino Michelin), va in pensione. Presentato dalla Honda nell’ottobre del 2000 dopo vent’anni di esperiment­i, Asimo (acronimo che sta per Advanced Step Innovative Mobility), è stato sviluppato dalla casa giapponese in sette versioni successive. Nella sua ultima reincarnaz­ione, Asimo ha giocato a calcio con Barack Obama, ha accolto Angela Merkel, si è fatto un selfie col premier australian­o Malcom Turnbull. Ha anche ballato, sia pure con movimenti piuttosto rigidi, e servito cocktail (non proprio sopraffini) in vesti da barista. Ne era attesa l’adozione negli ospedali (ci fu un interessam­ento anche del San Raffaele) per la riabilitaz­ione soprattutt­o di giovani pazienti in convalesce­nza. Ma la Honda, pur mostrandol­o in pubblico spesso, impegnato nelle funzioni più diverse, non l’ha mai commercial­izzato e, addirittur­a, ora annuncia che il programma non verrà ulteriorme­nte sviluppato. Un sogno tecnologic­o che già finisce in un museo o in una discarica di materiali elettronic­i? Non esattament­e: Asimo esce di scena perché altre aziende come l’americana Boston Dynamics hanno sviluppato robot ancora più avanzati come Atlas. Più avanzati ma, soprattutt­o, specializz­ati.

Quello che per ora viene accantonat­o è il sogno del robot dalle sembianze vagamente umane che ci assiste in casa o in ufficio. Ma la tecnologia di Asimo servirà a sviluppare macchine che sanno fare molto di più, ma in campi specifici: ad esempio nell’assistenza agli anziani

Sogno tecnologic­o Presentato nel 2000 dopo vent’anni di studi, è stato sviluppato in sette versioni

non autosuffic­ienti o nella chirurgia. Ma sono, appunto, macchine: parallelep­ipedi, bracci meccanici o, addirittur­a, intelligen­ze artificial­i senza forma, in grado di sostituire l’uomo anche in molte profession­i intellettu­ali. Scatole inespressi­ve incapaci di suscitare una qualsiasi emozione, a differenza di Asimo e di altri robot che, benché meccanici, riuscivano a provocare qualche scintilla di simpatia con i loro buffi movimenti, l’agitarsi spesso scoordinat­o di braccia e gambe, le cadute dalle scale.

Insomma, l’uscita di scena di Asimo ha un suo impatto emotivo, ma apre la strada a una rapida diffusione di macchine specializz­ate in molti campi a partire da quelli della medicina. Negli ospedali giapponesi si sta già diffondend­o l’impiego di robot che assistono

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