Corriere della Sera

Rock, tatuaggi e piercing Il pianista (poco) classico che piace anche a Soler

- R. Fra.

Tatuaggi, piercing e capelli biondo platino: un look poco classico a differenza dei serissimi studi, una svolta estetica che se ne porta dietro anche una sonora, il connubio tra uno strumento profondo come il pianoforte e la musica rock, pop ed elettronic­a. Davide Locatelli è nato 25 anni fa a Bergamo, a 4 aveva già iniziato a suonare: «Mi insegnava mio papà, diplomato al Conservato­rio dove sono entrato anche io a 9 anni. Facevo la spola prima con Verona poi con Mantova, 8 ore di pianoforte e poi sui libri di scuola. A 19 anni mi sono diplomato e ho avuto la mia rivincita su chi mi isolava per la mia vita dedita allo studio».

Educazione siberiana, poi ha deciso che era troppo: «Il giorno del diploma ho detto a mio padre che non volevo suonare musica che non era nella mia anima, così sono passato al pianoforte in chiave pop e rock e ho pubblicato su Facebook il mio primo video, Zombie dei Cranberrie­s». Il primo mattone. Poi sono arrivati i riconoscim­enti popolari: Tú sí que vales su Canale 5 e l’applauso di Álvaro Soler, che ha eletto la versione fatta da Locatelli della sua Sofia come la migliore di tutte.

La sua conversion­e ha due obiettivi: «Sfatare il luogo comune di chi pensa che il pianoforte debba essere uno strumento di nicchia, solo per persone colte. E poi mandare un messaggio a tanti ragazzi come me: se avete una passione potete farcela, come è successo a me». Così è arrivato un tour di 64 dato lo scorso anno, i concerti in piazze e teatri.

Non le viene mai voglia di tornare a Mozart? «Quelle sono le mie radici, ma mi piace riarrangia­rle alla mia maniera, per rendere la musica classica più popolare». I suoi riferiment­i musicali pescano dai Linkin Park, ai Nirvana e agli Oasis, «ma anche artisti che interpreta­no la musica come piace a me, penso al volino di David Garrett e ai violoncell­i dei 2Cellos». L’ultimo lavoro di Davide Locatelli è il video dove rivisita il tema originale di Pirati dei Caraibi in versione sanguigna e muscolare, con finale tra vere fiamme, lui che suona e il pianoforte che arde. L’ha bruciato davvero? «È stato un peccato, ma per la resa scenografi­ca ne è valsa la pena».

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Look Davide Locatelli, 25 anni
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