Il Giappone promosso per due cartellini in meno
Colombia prima, Senegal eliminato causa fair play. Il c.t. Cissé: «Le regole vanno rispettate»
MOSCA Dei tanti modi che ha conosciuto per uscire dai Mondiali di calcio, all’africa ne mancava uno: il numero delle ammonizioni. È capitato al Senegal, a Samara, nell’ultima giornata del gruppo H. La sconfitta contro la Colombia (1-0, gol di Yerry Mina su corner di Cuadrado), infatti, è arrivata in parallelo all’identico risultato ottenuto dal Giappone contro la Polonia (rete di Bednarek). Con i Cafeteros primi nel girone a 6 punti, asiatici e africani si sono ritrovati entrambi secondi, con 4 punti, 4 gol fatti e 4 subiti. E a quel punto il regolamento dice che si considera meglio classificata la squadra che ha collezionato meno ammonizioni nel torneo. Il Giappone ne aveva 4, il Senegal 6 (due di Niang, ma è solo una curiosità: sarebbe sciocco dire che l’eliminazione è colpa sua). L’asia resta al Mondiale, l’africa torna a casa.
Non se lo aspettava (e forse nemmeno lo meritava) il Senegal, dopo il bell’esordio
Giappone Polonia
contro la Polonia, battuta 2-1. Forse, adesso, il grande rimpianto è l’uscita sciagurata del portiere N’diaye da cui è nato il gol del 2-2 del Giappone nella seconda partita. Di sicuro
Senegal Colombia
non è la partita di ieri, giocata più o meno alla pari con la Colombia, e nemmeno la regola del fair play. Il c.t. Aliou Cissé, dando prova di notevole sportività, ha infatti commentato:
Panama Tunisia
«Peccato, ma le regole ci sono e vanno rispettate».
I Cafeteros non hanno ripetuto la bella gara giocata contro la Polonia. Il che peraltro fa sospettare che molto sia dipeso dal grigiore e dalla mollezza di Lewandowski e compagni. Che però sono riusciti a vincere a Volgograd la loro prima (a questo punto unica) partita al Mondiale. Il gol lo ha segnato Bernadek e, in quel momento, a qualificarsi sarebbero state le due squadre in campo a Samara. Poi la rete di Mina, che ha cambiato tutto. Inducendo il Giappone a una melina colossale, per evitare di prendere un altro gol (o di fare falli da ammonizione). La Polonia non ha insistito. E meno male che il fair play è una discriminante per andare avanti o meno ai Mondiali...