Corriere della Sera

Il Giappone promosso per due cartellini in meno

Colombia prima, Senegal eliminato causa fair play. Il c.t. Cissé: «Le regole vanno rispettate»

- 0 1 0 1 1 2 Tommaso Pellizzari

MOSCA Dei tanti modi che ha conosciuto per uscire dai Mondiali di calcio, all’africa ne mancava uno: il numero delle ammonizion­i. È capitato al Senegal, a Samara, nell’ultima giornata del gruppo H. La sconfitta contro la Colombia (1-0, gol di Yerry Mina su corner di Cuadrado), infatti, è arrivata in parallelo all’identico risultato ottenuto dal Giappone contro la Polonia (rete di Bednarek). Con i Cafeteros primi nel girone a 6 punti, asiatici e africani si sono ritrovati entrambi secondi, con 4 punti, 4 gol fatti e 4 subiti. E a quel punto il regolament­o dice che si considera meglio classifica­ta la squadra che ha colleziona­to meno ammonizion­i nel torneo. Il Giappone ne aveva 4, il Senegal 6 (due di Niang, ma è solo una curiosità: sarebbe sciocco dire che l’eliminazio­ne è colpa sua). L’asia resta al Mondiale, l’africa torna a casa.

Non se lo aspettava (e forse nemmeno lo meritava) il Senegal, dopo il bell’esordio

Giappone Polonia

contro la Polonia, battuta 2-1. Forse, adesso, il grande rimpianto è l’uscita sciagurata del portiere N’diaye da cui è nato il gol del 2-2 del Giappone nella seconda partita. Di sicuro

Senegal Colombia

non è la partita di ieri, giocata più o meno alla pari con la Colombia, e nemmeno la regola del fair play. Il c.t. Aliou Cissé, dando prova di notevole sportività, ha infatti commentato:

Panama Tunisia

«Peccato, ma le regole ci sono e vanno rispettate».

I Cafeteros non hanno ripetuto la bella gara giocata contro la Polonia. Il che peraltro fa sospettare che molto sia dipeso dal grigiore e dalla mollezza di Lewandowsk­i e compagni. Che però sono riusciti a vincere a Volgograd la loro prima (a questo punto unica) partita al Mondiale. Il gol lo ha segnato Bernadek e, in quel momento, a qualificar­si sarebbero state le due squadre in campo a Samara. Poi la rete di Mina, che ha cambiato tutto. Inducendo il Giappone a una melina colossale, per evitare di prendere un altro gol (o di fare falli da ammonizion­e). La Polonia non ha insistito. E meno male che il fair play è una discrimina­nte per andare avanti o meno ai Mondiali...

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