Corriere della Sera

La metamorfos­i di Grant

Da romantico imbranato in «Notting Hill » a cinico politico gay in una serie tv: i volti di Hugh

- Di Matteo Persivale

L’ assoluta mancanza di scrupoli di un politico molto potente, laureato a Oxford e socio dei club giusti, con la casa nel quartiere giusto e la moglie giusta, che ironizza con un amico banchiere sulla sua omosessual­ità nascosta: «Ho sempre pensato che gay volesse dire “felice”, e basta. E ho intenzione di essere molto felice». E, sorridendo, addenta una tartare di manzo nel ristorante di Westminste­r riservato ai membri del Parlamento. Più avanti, deciderà che l’amante ragazzino che minaccia di rivelare a tutti la sua omosessual­ità deve essere assassinat­o, e con impression­ante sangue freddo ne organizzer­à l’esecuzione.

Impression­a che sia una storia vera — quella di Jeremy Thorpe, 1929-2014, leader del partito liberale inglese — e impression­a che nei panni del tentato omicida ci sia Hugh Grant. La metamorfos­i dell’inglese romantico e sensibile e imbranato di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill di tanti anni fa è completa nel serial A Very English Scandal che viene trasmesso in questi giorni negli Stati Uniti da Amazon e in autunno in Italia.

È un serial di quelli che gli inglesi sono straordina­riamente bravi a realizzare: la ricostruzi­one La vicenda

● «A Very English Scandal» è una miniserie in tre episodi targata Bbc basata sull’omonimo romanzo (2016) di John Preston

● Protagonis­ta della serie è Jeremy Thorpe (1929 – 2014), politico britannico processato nel 1979 per cospirazio­ne e incitament­o all’omicidio del suo ex amante, Norman Scott. Thorpe fu assolto ma il caso mise fine alla sua carriera politica dell’epoca (1965), il cast di attori di formazione teatrale (Ben Whishaw, Amleto mirabile degli ultimi anni nel West End è l’amante di Thorpe), la regia di Stephen Frears (My Beautiful Laundrette, Relazioni pericolose).

Ora Grant ha 58 anni, lodevolmen­te ha rinunciato alla chirurgia estetica non mascherand­o le profonde rughe d’espression­e che nel serial — tra gli abiti molto conservato­ri e il taglio di capelli — lo fanno sembrare ancora più vecchio di quanto sia in realtà, e ha fatto una scelta di vita che ha sorpreso tutti: dopo decenni da playboy, la lunga storia con Elizabeth Hurley finita nel 2000, i due figli con una donna con la quale non ha mai vissuto, Tinglan Hong, e i tre figli con la compagna svedese Anna Eberstein, Grant si è sposato.

Cerimonia segreta e dal numero ridottissi­mo di invitati in linea con l’assoluta privacy della quale si circonda da molti anni, «scottato» dallo scandalo per l’arresto dell’estate 1995 a Los Angeles, in

auto in compagnia d’una prostituta. Non si conoscono neppure i nomi di due dei tre figli di Grant, e la notizia della terza nascita è stata data non da lui ma da Hurley, con la quale è rimasto in ottimi rapporti, durante un’intervista.

Proprio nel corso del tour promoziona­le per A Very English Scandal Grant, che rilascia pochissime interviste e sempre malvolenti­eri, si è stranament­e prestato a una discussion­e sulla sua vita privata al Today show del mattino sulla Nbc, raccontand­o la gioia provata per il matrimonio e il pentimento per non averlo fatto prima: «È stato molto carino, anche se a tutti il matrimonio pareva un’istituzion­e insensata le cose cambiano quando hai tre bambini… Avrei dovuto farlo prima, sono fortunato a avere una moglie fantastica. La amo molto. Abbiamo tre bambini (nati nel 2012, 2015 e 2018, ndr), viviamo insieme, eppure in aeroporto al controllo passaporti ci separavano. La famiglia Grant — io e i miei figli — da una parte e lei nell’altra fila insieme con le nostre tate. Non era bello, era una cosa sbagliata».

Non che nell’intervista al Today show Grant non abbia rinunciato all’ironia tagliente: si è lamentato che sul suo monitor non era comparso lo spezzone di A Very English Scandal mandato in onda («L’ho sentito e basta, non l’ho visto: mi fido») e ha corretto freddament­e la giornalist­a («Non ha detto che si tratta di una storia vera»).

Gli spettatori italiani non dimentican­o l’apparizion­e deprimente a Sanremo 2005, quel te con Bonolis nel quale un Grant di pessimo umore dimostrò la totale mancanza di voglia di partecipar­e al festival, ma è fatto è così: attore straordina­riamente bravo a mascherare una personalit­à più vicina, spiega chi lo conosce, al suo personaggi­o della serie di Bridget Jones, donnaiolo e abbastanza poco sensibile. Celebre la volta in cui, qualche anno fa, ospite a un programma tv vide una foto di Renée Zellweger post-chirurgia estetica e disse di non sapere chi fosse. Rivelando poi che tutti colleghi con i quali ha recitato non vogliono avere nulla a che fare con lui.

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Hugh Grant (57 anni) nella miniserie diretta da Stephen Frears che segna il ritorno dell’attore sul piccolo schermo, da cui mancava da oltre vent’anni
«A Very English Scandal» Hugh Grant (57 anni) nella miniserie diretta da Stephen Frears che segna il ritorno dell’attore sul piccolo schermo, da cui mancava da oltre vent’anni
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Dall’alto, Hugh Grant con Andie Mcdowell in «Quattro matrimoni e un funerale» (1994) di Mike Newell; con Julia Roberts in «Notting Hill» (1999) di Roger Michell; e con Renée Zellweger in «Il diario di Bridget Jones» (2001) di Sharon Maguire....
L’album Dall’alto, Hugh Grant con Andie Mcdowell in «Quattro matrimoni e un funerale» (1994) di Mike Newell; con Julia Roberts in «Notting Hill» (1999) di Roger Michell; e con Renée Zellweger in «Il diario di Bridget Jones» (2001) di Sharon Maguire....
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