Corriere della Sera

Tra i due leader Cinque Stelle una telefonata tesa «Umanità». «Serve rispetto»

L’area «fichiana» ribolle. Lo stop di Grillo (con Machiavell­i)

- Di Emanuele Buzzi

MILANO A fine giornata il pensiero è sempre quello che lo ha accompagna­to al risveglio, prima delle polemiche, prima di una giornata lunga e tesa. «Prima salvare le vite in mare poi accertare eventuali responsabi­lità», ragiona Fico con i suoi collaborat­ori, «non è buonismo ma umanità». Il presidente della Camera ha alle spalle una visita a sorpresa all’hotspot di Pozzallo, in provincia di Ragusa. La decisione del blitz è arrivata di prima mattina. Fico è scosso per la tragedia al largo della Libia e irritato per le parole di Matteo Salvini al Corriere sulle Ong. E decide di far sentire la sua presenza (più che la sua voce). Il presidente della Camera — in Sicilia per motivi personali — arriva all’hotspot in T-shirt bianca e gilet. Con lui il sindaco del comune siciliano, il prefetto e il questore. Fico parla con i lavoratori, poi si lascia andare davanti alle telecamere. «I porti non li chiuderei». E ancora: «L’italia non può tirarsi indietro ed è qui che vanno aiutate le persone».

Lo sfogo

Parole che fanno salire la tensione all’interno del governo, ma soprattutt­o danno sfogo all’anima ortodossa del Movimento, infastidit­a dall’atteggiame­nto leghista sulla questione migranti. «Non c’è una strategia», rassicuran­o i fichiani, intanto c’è chi interviene. «Ricordiamo­lo bene tutti, dalla vergogna e dal fallimento come uomini non ci assolveran­no né le ragioni che riteniamo di avere, né i principi che altri si rifiuteran­no di onorare», scrive la senatrice Paola Nugnes. E tra i pragmatici c’è chi si allarma: «La strada si fa in salita».

Il filo sottile

Bisogna aspettare qualche ora, però, per un chiariment­o, una telefonata tra Fico e Luigi Di Maio: spegnere l’incendio prima che divampi all’interno del gruppo pentastell­ato. Si cammina su un filo sottile, quello del rispetto delle reciproche prerogativ­e. I «così non va, non ci può essere indifferen­za» fanno il paio con «ci vuole rispetto, compattezz­a se vogliamo credere nel nostro progetto». Parole rimbalzano dalle due diverse ali del Movimento e che arrivano a Fico e Di Maio. La volontà comune è quella di non esasperare gli animi.

Il ragionamen­to

«Non c’è nessuna novità, Fico ha una sua sensibilit­à ed è giusto che la esprima — sottolinea­no i vertici M5S —. Ha un ruolo istituzion­ale ed è naturale che prenda certe posizioni». E ancora: «La linea del Movimento e del governo però è un’altra e non ci devono essere correnti». Un modo anche di tagliar fuori, isolare la minoranza. Le indiscrezi­oni riferiscon­o di un Di Maio rassicurat­o dopo il colloquio, nonostante i malumori che traspaiono dal fronte leghista riunito a Pontida (e forse anche in quest’ottica arriva lo stop di Lorenzo Fontana alle parole di Vincenzo Spadafora al gay pride sui diritti). «Noi abbiamo più voci, la Lega invece è più compatta, monolitica. Tutto qui», tagliano corto nel Movimento per stoppare la polemica.

Il premier

L’unica voce all’unisono è che «non ci sono conseguenz­e per l’esecutivo». E lo stesso atteggiame­nto del premier Giuseppe Conte sembra avvalorare questa tesi. Il presidente del Consiglio, reduce dal vertice Ue — raccontano i rumors — rimane concentrat­o per quello che concerne la situazione dei migranti sullo scacchiere internazio­nale (e i Cinque Stelle rilanciano un articolo di Le Monde sulla trattativa al

La scelta

Il presidente della Camera ha deciso la visita dopo la strage libica e le frasi di Salvini

Consiglio europeo). Nessun ruolo da «pompiere», insomma. Anzi. Conte si prepara a una settimana di svolta, su nuovi temi, stavolta in chiave tutta italiana. Il premier avrebbe intenzione di iniziare a porre sul tavolo del governo — oltre al dl dignità — anche sui principali cavalli di battaglia legastella­ti: reddito di cittadinan­za e flat tax. Passi avanti per lavorare anche in vista del prossimo anno.

Il garante

Intanto, Beppe Grillo lancia — indirettam­ente — un avviso ai suoi, che suona come un messaggio per gli ortodossi. Lo fa dal blog, rilanciand­o le parole di Alberto Nigi su Niccolò Machiavell­i: «Chi governa deve rinunciare a se stesso, votandosi e sacrifican­dosi interament­e alle esigenze dello Stato di cui egli è responsabi­le».

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Il presidente della Camera Roberto Fico, 43 anni, in Tshirt bianca e gilet, ieri ha visitato l’hotspot di Pozzallo con il sindaco Roberto Ammatuna, 65 anni (primo a destra nella foto diffusa dal Comune). «Gli ho evidenziat­o — ha detto il...
In T-shirt Il presidente della Camera Roberto Fico, 43 anni, in Tshirt bianca e gilet, ieri ha visitato l’hotspot di Pozzallo con il sindaco Roberto Ammatuna, 65 anni (primo a destra nella foto diffusa dal Comune). «Gli ho evidenziat­o — ha detto il...

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