Corriere della Sera

Il Movimento punito dalla «sua» Rete

- Di Tommaso Labate

«Afare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura», diceva il vecchio leader socialista Pietro Nenni. Forse sbagliereb­be chi pensasse che a infliggere una piccola epurazione a Roberto Fico sia stato quel quartetto inconsapev­ole composto da Bertinotti, D’alema, De Mita e Pomicino. La vicenda è nota: nel sondaggio sui vitalizi lanciato su Facebook dalla pagina del Movimento 5 Stelle — «Voi da che parte state?» — gli utenti hanno scelto i secondi. E il M5S, ignorando il loro primo comandamen­to («La Rete non perdona»), hanno poi cancellato tutto, autoinflig­gendosi un viaggio di sola andata dalla padella alla brace. La magra consolazio­ne è che nessuno dirà che la Casaleggio trucca tutti i sondaggi web. Di consolazio­ni, invece, deve ancora trovarne Rocco Casalino, il portavoce del premier Conte che s’è lamentato di come il suo emoticon col dito medio, con cui aveva replicato ai cronisti che gli chiedevano una reazione su Macron, sia finito sui giornali. In fondo, vale per lui quello che è valso per il sondaggio su Fico. Chi di Rete ferisce, di Rete perisce. E Whatsapp e Facebook sono persino più semplici di quel Parlamento che i M5S dicono di aver aperto come una confezione di tonno. Non serve manco l’apriscatol­e. A volte, basta uno screenshot.

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Gaffe Il voto sui vitalizi postato da M5S

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