Corriere della Sera

L’internazio­nale populista e le (strane) alleanze tra sovranisti

- Di Sergio Romano

Il Consiglio Europeo ha dato qualche soddisfazi­one all’italia e ha cercato di salvare Angela Merkel dalle grinfie del suo ministro degli Interni. Ma la marea nazional-populista non smette di montare. Credevamo che il suo linguaggio fosse una caratteris­tica dei partiti-antisistem­a e delle destre rimaste per molto tempo ai margini dello Stato liberaldem­ocratico. Ma è oggi usato anche da partiti che hanno una rispettabi­le tradizione democratic­a. Il fenomeno più inquietant­e è quello della Germania. Quando Alternativ­e für Deutschlan­d (un partito populista, non privo di nostalgie nazional socialiste) è diventato, con 87 deputati, la terza forza politica del Paese, è nata una nuova Grosse Koalition composta da cristianod­emocratici (Cdu-csu) e socialdemo­cratici (Spd), ma in un momento in cui entrambi i partiti avevano perduto consensi. Angela Merkel è cancellier­a da 13 anni e non è sorprenden­te che qualcuno, nel suo stesso campo, voglia prenderne il posto. L’argomento da usare oggi è quello dei migranti. Chi vuole scalzare un avversario deve accusarlo di avere incoraggia­to l’«invasione» dell’europa. È quello che sta facendo Horst Seehofer, ministro degli Interni e leader della Csu bavarese (il partito cugino della Cdu). Vorrebbe respingere i migranti che hanno già fatto domanda di asilo in altri Paesi (quindi soprattutt­o l’italia) e aveva detto, prima del Consiglio Europeo, di non sapere per quanto tempo avrebbe potuto collaborar­e con Angela Merkel. In questo nuovo nazional-populismo ogni partito cerca amici e compagni di strada in altri Paesi. L’austria di Sebastian Kurz li ha trovati nei Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia,

Contraddiz­ioni

Nelle istituzion­i comunitari­e i partiti euroscetti­ci si uniscono, ma poi ognuno difende se stesso

Repubblica Ceca, Slovacchia); e la Baviera di Seehofer e di Markus Söder nel nuovo governo austriaco; mentre Salvini guarda con fraterna simpatia al movimento francese di Marine Le Pen. Il fenomeno non è nuovo. Berlusconi andò in Ungheria per sostenere Viktor Orban durante la sua prima campagna elettorale. Il partito socialista francese, durante le elezioni spagnole del 2005, manifestò pubblicame­nte la sua simpatia per Zapatero. I partiti democristi­ani e popolari, come i partiti social democratic­i, hanno un gruppo parlamenta­re a Strasburgo. Quanto più l’europa crea istituzion­i comuni e interessi condivisi tanto più i partiti di uno stesso colore si uniscono per raggiunger­e gli stessi obiettivi. Vi sarà quindi anche una alleanza nazional-populista. Ma sarà composta da Paesi euroscetti­ci e sovranisti, quindi, almeno teoricamen­te convinti che ogni Paese abbia irrinuncia­bili interessi nazionali. Saranno alleati per fare l’europa o per disfarla? Un’ultima osservazio­ne. Molti Paesi euroscetti­ci ricevono dall’europa somme considerev­olmente superiori ai contributi con cui concorrono al suo bilancio. Dopo le promesse fatte nelle campagne elettorali dovranno anche fare i conti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy