L’internazionale populista e le (strane) alleanze tra sovranisti
Il Consiglio Europeo ha dato qualche soddisfazione all’italia e ha cercato di salvare Angela Merkel dalle grinfie del suo ministro degli Interni. Ma la marea nazional-populista non smette di montare. Credevamo che il suo linguaggio fosse una caratteristica dei partiti-antisistema e delle destre rimaste per molto tempo ai margini dello Stato liberaldemocratico. Ma è oggi usato anche da partiti che hanno una rispettabile tradizione democratica. Il fenomeno più inquietante è quello della Germania. Quando Alternative für Deutschland (un partito populista, non privo di nostalgie nazional socialiste) è diventato, con 87 deputati, la terza forza politica del Paese, è nata una nuova Grosse Koalition composta da cristianodemocratici (Cdu-csu) e socialdemocratici (Spd), ma in un momento in cui entrambi i partiti avevano perduto consensi. Angela Merkel è cancelliera da 13 anni e non è sorprendente che qualcuno, nel suo stesso campo, voglia prenderne il posto. L’argomento da usare oggi è quello dei migranti. Chi vuole scalzare un avversario deve accusarlo di avere incoraggiato l’«invasione» dell’europa. È quello che sta facendo Horst Seehofer, ministro degli Interni e leader della Csu bavarese (il partito cugino della Cdu). Vorrebbe respingere i migranti che hanno già fatto domanda di asilo in altri Paesi (quindi soprattutto l’italia) e aveva detto, prima del Consiglio Europeo, di non sapere per quanto tempo avrebbe potuto collaborare con Angela Merkel. In questo nuovo nazional-populismo ogni partito cerca amici e compagni di strada in altri Paesi. L’austria di Sebastian Kurz li ha trovati nei Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia,
Contraddizioni
Nelle istituzioni comunitarie i partiti euroscettici si uniscono, ma poi ognuno difende se stesso
Repubblica Ceca, Slovacchia); e la Baviera di Seehofer e di Markus Söder nel nuovo governo austriaco; mentre Salvini guarda con fraterna simpatia al movimento francese di Marine Le Pen. Il fenomeno non è nuovo. Berlusconi andò in Ungheria per sostenere Viktor Orban durante la sua prima campagna elettorale. Il partito socialista francese, durante le elezioni spagnole del 2005, manifestò pubblicamente la sua simpatia per Zapatero. I partiti democristiani e popolari, come i partiti social democratici, hanno un gruppo parlamentare a Strasburgo. Quanto più l’europa crea istituzioni comuni e interessi condivisi tanto più i partiti di uno stesso colore si uniscono per raggiungere gli stessi obiettivi. Vi sarà quindi anche una alleanza nazional-populista. Ma sarà composta da Paesi euroscettici e sovranisti, quindi, almeno teoricamente convinti che ogni Paese abbia irrinunciabili interessi nazionali. Saranno alleati per fare l’europa o per disfarla? Un’ultima osservazione. Molti Paesi euroscettici ricevono dall’europa somme considerevolmente superiori ai contributi con cui concorrono al suo bilancio. Dopo le promesse fatte nelle campagne elettorali dovranno anche fare i conti.