I debuttanti del Sud tra i veterani del Nord: Pontida è anche nostra
Salvini rilancia: creerò una forza internazionale
PONTIDA (BERGAMO) Il colosso di Pontida non c’è. La gigantesca statua di Alberto da Giussano che si ergeva a fianco del palco, nell’edizione prima della Nuova era manca ancora. L’«albertino» è tutto ciò che resta — nel logo c’è anche oggi — della Lega prima maniera. Ma si è rotto, sarà il destino dei vecchi simboli. L’anno scorso si prometteva che sarebbe stato riparato, ma così non è stato. Pensionato anche il vecchio bandierone: niente alzabandiera questa mattina sul prato che fu Sacro.
Eppure, da queste parti, il «come eravamo» non importa a nessuno, e la scritta «Padroni a casa nostra» ha valore soltanto museale. Quel che conta, dice Laura Bocchi da Verona, al decimo raduno, è il «carisma e la personalità di Salvini». E il passato non conta troppo perché «per arrivare ai nostri obiettivi bisogna essere in tanti». In continuità con ieri, ci sarà ancora la bandiera di San Marco, che il governatore Luca Zaia ha fatto fare in versione ancora più grande che prima.
Quella che si presenterà questa mattina a Pontida, parola di Matteo Salvini, «è una Lega che unisce e che cresce». La galoppata di questi anni turbinosi, il successo elettorale e quello dei sondaggi («Ma io non li guardo») spingono il leader leghista a guardare oltre: «Il mio obiettivo è di trasformarci anche in una forza europea, in una forza internazionale, che superi i confini regionali nazionali e porti libertà, lavoro e sicurezza a tutti i popoli europei». L’idea è ancora da mettere a fuoco, nemmeno Salvini è in grado di dire se sarà una confederazione dei partiti «amici»: «Ci ragiono stanotte».
Di certo, a Pontida c’è un partito nazionale. Prima era un wannabe, un «vorrei essere». Oggi, per la prima volta, ci sono gazebo in rappresentanza di ogni regione d’italia, e i pullman organizzati saranno almeno 200: una cinquantina dal Veneto, 20 ciascuno da Piemonte e Lombardia. Ma anche due aerei da Sicilia e Sardegna, 6 pullman dal Lazio, 5 dall’abruzzo e dalla Campania, 4 dalla Puglia, uno dalla Calabria e dalla Basilicata.
«Il nostro successo è l’insuccesso della sinistra che ci ha sempre presi sottogamba e trattati da razzisti». Marilena, Rita e Andrea da Moncalieri sono una cartolina davanti al loro camper parcheggiato coraggiosamente a fianco delle tendine Quechua di Lega Giovani, coloro che fino a qualche mese fa erano i Giovani padani. Di Pontida loro ne hanno fatte tante e giurano che «la Lega è l’unico partito che ci dà un po’ retta. Che è in mezzo alle persone». Curiosamente, dice qualcosa di simile Luca Serfilippi, 31 anni, consigliere comunale di Fano, debuttante a Pontida: «Prima votavo Forza Italia, ma è stata una grandissima delusione. Dopo anni di disaffezione, di perdita di ogni contatto con il territorio e con le persone, sono felice di essere in Lega».
Giuseppe Bellachioma, onorevole abruzzese, è così convinto da «entrare 9 anni fa nella Lega marchigiana perché quella abruzzese non esisteva». Ed è felice perché «anche il sud oggi partecipa a Pontida a pieno titolo, come parte del grande progetto».
Ma attenzione. Come dice lo striscione apparso ieri sera sul colle di fronte al pratone («Flat tax subito»), il tema degli immigrati potrebbe non bastare a onorare la grande apertura di credito alla Lega. Lo conferma Michele Abruzzese da Andria: «La cosa più importante è abbassare le tasse, farci tornare a respirare e a crescere». Ma Michele non ha dubbi: «Matteo è uno che mantiene le promesse».
Non conta il passato, quel che conta è il carisma e la personalità di Salvini Per arrivare ai nostri obiettivi bisogna essere in tanti Laura Verona
Il nostro successo è l’insuccesso della sinistra che ci ha sempre presi sottogamba e ci ha trattati come dei razzisti Marilena Moncalieri