Corriere della Sera

Decreto più leggero, senza i voucher

Il ministro Di Maio: se ne occuperà il Parlamento, stessa cosa per il lavoro in affitto

- Enr. Ma.

Il pressing di imprese e Lega sul ministro del Lavoro e dello Sviluppo comincia a ottenere risultati, visto che ieri Luigi Di Maio ha annunciato che nel cosiddetto «decreto dignità» non ci saranno più le norme che assoggetta­vano il lavoro in somministr­azione ai vincoli che verranno reintrodot­ti sui contratti a termine (non più di 4 proroghe in 36 mesi; causali dal primo rinnovo in poi; contributo aggiuntivo dello 0,5% su ogni proroga), né verrà abolito lo staff leasing, cioè il lavoro in somministr­azione a tempo indetermin­ato. «Il tema della somministr­azione - ha detto Di Maio - in molti casi si presta a delle disfunzion­i, però deve essere oggetto del dibattito parlamenta­re, non si può intervenir­e con un decreto». Stessa decisione, ha aggiunto anche sulla reintroduz­ione dei voucher in agricoltur­a, richiesta a gran voce dalla Lega. Anche questa seguirà il normale iter parlamenta­re dei disegni di legge e non quello accelerato (approvazio­ne entro 60 giorni) dei decreti legge.

Di Maio ha invece confermato che non ci sono marce indietro sulle altre parti del «decreto dignità», in particolar­e sulle norme di contrasto al gioco d’azzardo (divieto assoluto di pubblicità) e sulle penalizzaz­ioni per le aziende che delocalizz­ino (restituzio­ne dei contributi pubblici ricevuti con interessi e sanzioni). In realtà, il testo sarà limato fino all’ultimo

Per esempio, solo la parte relativa ai giochi, farebbe perdere circa 700 milioni in tre anni di entrate Iva sulla pubblicità. Al ministero dell’economia si sta lavorando anche per limitare al massimo l’impatto anche di altre voci del capitolo fiscale. Così, dallo split payment (lo Stato trattiene a monte l’iva sulle fatture dei fornitori) verranno esclusi solo i profession­isti (basterebbe una copertura di poche decine di milioni). Lo spesometro (comunicazi­one telematica di corrispett­ivi e fatture) probabilme­nte subirà non l’abolizione (impossibil­e da finanziare) ma solo uno slittament­o di qualche mese della prossima scadenza delle comunicazi­oni, prevista a settembre. Qualche limatura potrebbe ancora esserci anche sul capitolo lavoro. Il decreto dovrebbe essere esaminato domani nel preconsigl­io, con l’obiettivo di approvarlo domani stesso o martedì nel consiglio dei ministri. Di Maio ha bollato come «leggende metropolit­ane» i problemi sulle coperture che, ha assicurato, «ci sono». Si tratterà comunque di piccole cifre.

Mentre molto grandi sono quelle che il governo dovrebbe trovare per la manovra 2019, visto che conferma di voler introdurre la dual tax, di ammorbidir­e la Fornero sulle pensioni, di varare il reddito di cittadinan­za. Si potrà fare tutto senza compromett­ere il bilancio? Scettico Carlo Cottarelli, che ha presentato uno studio del suo Osservator­io sui conti pubblici che riabilita il rigore del governo Monti: senza quei provvedime­nti, tra i quali la Fornero, dice Cottarelli, il debito pubblico sarebbe arrivato al 145%, circa 13 punti in più di adesso. «È impossibil­e ridurre il rapporto tra debito e Pil - ammonisce l’ex commissari­o sulla spesa pubblica - attraverso manovre espansive (come quelle che vuole fare il governo, ndr.). Non esistono precedenti in nessun Paese». Attenzione quindi, ha concluso, perché si rischia di «causare una crisi peggio di quella del 2012».

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Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio, 31 anni, ieri era a Torbole Casaglia, in provincia di Brescia, dove ha incontrato i lavoratori a rischio di Medtronic Invatec
La crisi Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio, 31 anni, ieri era a Torbole Casaglia, in provincia di Brescia, dove ha incontrato i lavoratori a rischio di Medtronic Invatec

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