Corriere della Sera

«Tanti morti» E a Goa scatta il divieto di farsi i selfie

- Di Silvia Morosi

Il fascino del moderno autoscatto coinvolge tutti: dai ragazzi alle celebrità, senza lasciare indifferen­ti i capi di Stato. Ma, fino a ieri, i selfie erano stati vietati solo in alcuni luoghi come il museo Van Gogh di Amsterdam, la Cappella Sistina di Roma, la Città Proibita di Pechino e il red carpet dell’ultima edizione del Festival di Cannes. Ora, per la prima volta, a intervenir­e è il governo di uno stato indiano, quello di Goa, che ha deciso di mettere un limite alla moda del click in 24 zone della regione che ogni anno attira circa 6 milioni di visitatori. Su spiagge, laghi e aree vicine alle barriere rocciose sono apparsi dei segnali di «stop selfie», per cercare di prevenire decessi assurdi e spesso evitabili. La decisione è arrivata dopo la morte il 17 giugno scorso di due persone che si erano arrampicat­e su una scogliera per realizzare «lo scatto perfetto», ed erano state travolte dalle onde dell’oceano. Non molto tempo prima, sempre in India, un uomo era stato sbranato mentre cercava di immortalar­si a fianco di un orso. Il Paese detiene un triste primato: è quello dove si registrano più morti da selfie al mondo. Secondo uno studio del 2016, dei 127 decessi causati da selfie nel 2014 e 2015 in tutto il mondo, ben 76 sono capitati nel subcontine­nte indiano. Nella maggior parte dei casi, si tratta di persone che non hanno rispettato le misure sicurezza previste, e hanno tenuto d’occhio più il cellulare che l’ambiente, a caccia di una fotografia spettacola­re da condivider­e sui social per ottenere qualche «like» in più. L’«esercito del selfie» — cantato da Arisa e Lorenzo Fragola la scorsa estate — ora ha dei limiti da rispettare.

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