«Tanti morti» E a Goa scatta il divieto di farsi i selfie
Il fascino del moderno autoscatto coinvolge tutti: dai ragazzi alle celebrità, senza lasciare indifferenti i capi di Stato. Ma, fino a ieri, i selfie erano stati vietati solo in alcuni luoghi come il museo Van Gogh di Amsterdam, la Cappella Sistina di Roma, la Città Proibita di Pechino e il red carpet dell’ultima edizione del Festival di Cannes. Ora, per la prima volta, a intervenire è il governo di uno stato indiano, quello di Goa, che ha deciso di mettere un limite alla moda del click in 24 zone della regione che ogni anno attira circa 6 milioni di visitatori. Su spiagge, laghi e aree vicine alle barriere rocciose sono apparsi dei segnali di «stop selfie», per cercare di prevenire decessi assurdi e spesso evitabili. La decisione è arrivata dopo la morte il 17 giugno scorso di due persone che si erano arrampicate su una scogliera per realizzare «lo scatto perfetto», ed erano state travolte dalle onde dell’oceano. Non molto tempo prima, sempre in India, un uomo era stato sbranato mentre cercava di immortalarsi a fianco di un orso. Il Paese detiene un triste primato: è quello dove si registrano più morti da selfie al mondo. Secondo uno studio del 2016, dei 127 decessi causati da selfie nel 2014 e 2015 in tutto il mondo, ben 76 sono capitati nel subcontinente indiano. Nella maggior parte dei casi, si tratta di persone che non hanno rispettato le misure sicurezza previste, e hanno tenuto d’occhio più il cellulare che l’ambiente, a caccia di una fotografia spettacolare da condividere sui social per ottenere qualche «like» in più. L’«esercito del selfie» — cantato da Arisa e Lorenzo Fragola la scorsa estate — ora ha dei limiti da rispettare.