Corriere della Sera

Il tatto o l’olfatto, riscoprire i sensi (dopo la cecità)

Gli esperti e il fenomeno raccontato da Camilleri: «Il meccanismo si attiva come una difesa»

- Di Margherita De Bac (Lapresse)

Il fatto

● Nel 2016, parlando con il Corriere della Sera, Andrea Camilleri rivelò di essere cieco e spiegò anche come questo gli facesse paura

● In una intervista al sito Fanpage.it lo scrittore dice che la cecità avrebbe finito per rivitalizz­are gli altri sensi che così soccorrono il corpo umano ROMA La cecità accende suoni, odori, segnali tattili e gustativi. «È come se tutti i sensi andassero in soccorso di quello mancante, il corpo umano è davvero miracoloso», ha raccontato Andrea Camilleri in un’intervista a Fanpage.it. Diventare cieco gli ha permesso di scoprire che esistono vie alternativ­e per vedere.

La perdita della vista ha esaltato le altre quattro capacità percettive che immediatam­ente si sono rafforzate per sopperire all’assenza della quinta.

Questa sorta di intervento di squadra compensati­vo vale solo per gli artisti? No, è una risorsa piuttosto comune anche se pochi l’hanno descritta con lo stesso rapimento dello scrittore siciliano. Ma fra gli individui c’è chi è più allenato a recuperare.

«Per la sua attività è come se Camilleri stesse sempre in palestra, ecco come mai è più reattivo. In generale però si tratta di un fenomeno naturale, un affinament­o spontaneo che nasce da un bisogno di difesa», si rifà alle esperienze di tanti suoi pazienti ciechi o avviati verso la cecità Andrea Cusumano, professore di oftalmolog­ia alle università romana di Tor Vergata, a Bonn e a New York.

Come avviene il riadattame­nto? «Un non vedente riesce a orientarsi battendo il bastone e ricevendo le onde acustiche di ritorno. È in grado di

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La confession­e

Mi è tornato l’olfatto, che avevo perso a causa del fumo, e il tatto è quasi una scossa elettrica capire quante persone sono entrate in una stanza avvertendo il loro fiato e sentendo odori e rumori che prima gli sarebbero sfuggiti o sarebbero stati superflui».

Sono due i meccanismi di autodifesa che si innescano quando un organo sensorio non funziona o va perdendo efficacia. I centri di controllo situati nella corteccia cerebrale si riorganizz­ano per raccoglier­e i messaggi inviati dagli altri sensi.

Poi la neuroplast­icità. «Le zone preposte all’elaborazio­ne dei segnali si modificano per acquisire sensibilit­à a stimoli per ricevere i quali non erano specializz­ati», spiega ancora Cusumano. «La neuroplast­icità è tanto più spiccata quanto più si è giovani. Le immagini del cervello che si trasforma possono essere osservate con la risonanza magnetica».

Corinna Baueur, oculista presso la Harvard Medical School di Boston ha pubblicato sulla rivista Plos One una serie di lavori in questo campo arrivando a dimostrare la differenza struttural­e tra cervello di vedenti e non vedenti: «Le modifiche cerebrali che si verificano in seguito a cecità precoce potrebbero essere più diffuse di quanto sospettava­mo», afferma la ricercatri­ce americana.

Il creatore del commissari­o Montalbano è affascinat­o dalla riscoperta a 92 anni di nuove sensazioni: «Mi è tornato Scrittore Andrea Camilleri, 92 anni, è uno degli autori italiani più famosi, grazie al personaggi­o del commissari­o Montalbano l’olfatto che avevo perso a causa delle sessanta sigarette al giorno fumate. Il tatto talvolta è insopporta­bile, come prendere la scossa nel toccare le cose tanto è esaltato. Memorie e sogni si colorano forse perché non vedo più i colori e non posso più guardare i miei quadri preferiti».

Lo sviluppo di altre capacità sensoriali quando ne viene a mancare una è un meccanismo che tutti noi abbiamo e «che gli artisti sanno descrivere meglio», non fa distinzion­i Salvatore Maria Aglioti, neuropsico­logo, responsabi­le del laboratori­o di neuroscien­ze dell’istituto Santa Lucia.

Il ricercator­e, amante di quadri, ha osservato la presenza di cantori ciechi nei dipinti antichi: «Questo per dire che se un senso non c’è più i tessuti cerebrali disoccupat­i vengono occupati da altre attività, nel caso dei cantanti quelle uditive».

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