Corriere della Sera

Le palle da tennis di Wimbledon? Prodotte nelle Filippine per pochi euro

- di Alessandro Fulloni

Wimbledon è anche questo: una tradizione che vedeva l’utilizzo, dal 1902, delle palle da tennis prodotte dal marchio Slazenger a Barnsley, nel South Yorkshire. Ma la fabbrica chiuse nel 2002 con la perdita di 100 posti di lavoro. L’attività venne allora delocalizz­ata nelle Filippine, in un impianto che oggi appartiene a una società giapponese. Ora, dopo un’inchiesta del quotidiano Daily Mail, si scopre che i lavoratori addetti alla produzione delle palle ricevono salari da miseria: 5,42 sterline al giorno, pari a 6,12 euro. Per questa paga stanno davanti ai macchinari otto ore per sei giorni alla settimana e con contratti di cinque mesi. Poi c’è il clima, infernale: la fabbrica si trova a Bataan, di fronte al Mar della Cina. Qui le temperatur­e sono sopra i 35 gradi e nello stabilimen­to non c’è traccia di aria condiziona­ta. In questa filiera c’è persino chi sta peggio degli operai: vale a dire gli addetti alla raccolta, in piantagion­e, delle circa 60 tonnellate mensili di gomma naturale necessarie per le sfide tra i campioni del torneo più importante al mondo. Braccianti pagati ancor meno di chi sta in fabbrica. Del loro salario si conosce solo una cifra assai vaga — attorno ai 60 euro mensili — e niente altro. Questo perché la coltivazio­ne si trova in un’isola nel Sud delle Filippine, quella di Basilan, controllat­a dai fondamenta­listi islamici. Qui non ci sono sindacati né diritti, dice il Mail che si chiede se a Wimbledon non sia violato il «Modern slavery act», legge anti-schiavitù in vigore dal 2015. Un dubbio che all’all England Club, gli organizzat­ori del torneo, pare abbiano preso «molto seriamente».

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Fino al 2002 fatte a Barnsley
Simbolo Fino al 2002 fatte a Barnsley

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