LA REPUBBLICA DELLE BELLE ARTI
SAN MARINO INAUGURA LA SUA NUOVA GALLERIA DA VEDOVA A ONTANI, IL ROMANZO DI UN SECOLO
L’appuntamento In un palazzo Anni Trenta prende vita un museo con una collezione incentrata sul Novecento e sui giorni nostri. Ma le opere sono legate da un filo di storie, documenti e personaggi che raccontano un luogo italianissimo, eppure da sempre altrove
In un piccolo Stato, un grande museo. Nell’antichissima repubblica di San Marino, l’arte di oggi e quella del futuro. L’edificio in stile anni Trenta (situato all’interno delle Logge dei Volontari, parte di un progetto urbanistico che ha preso avvio nella prima metà del ‘900 ad opera dell’ingegnere Gino Zani), accoglierà dal prossimo 7 luglio la Galleria Nazionale con il nuovo Museo d’arte moderna e contemporanea, scrigno di un tesoro di opere d’arte del Novecento, dove brillano nomi quali Guttuso, Emilio Vedova, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Corrado Cagli, Giuseppe Spagnulo, Enzo Mari, Luigi Ontani, e i migliori maestri di San Marino, da Marina Busignani Reffi a Patrizia Taddei, Walter Gasperini, Gilberto Giovagnoli.
Soltanto una selezione: le opere della Collezione dello Stato di San Marino sono ben più di mille. «Acquisite e ricevute a partire dalla Biennali d’arte di San Marino (19561967), finora sono state esposte sporadicamente per mostre temporanee. La Galleria Nazionale permetterà dunque una giusta valorizzazione del patrimonio, a rotazione, testimonianza dell’incredibile centralità di San Marino nelle arti contemporanee già a partire dagli anni dell’immediato dopoguerra e soprattutto dagli anni Sessanta», spiega Marco Podeschi, Segretario di Stato della Repubblica di San Marino, e aggiunge: «il nuovo museo è un progetto promosso dalla nostra Segreteria in collaborazione con il Ma*ga di Gallarate diretto da Emma Zanella». Perché vernissage il 7 luglio? «È una data che coincide con il decimo anniversario dell’iscrizione di San Marino nella lista dei siti Unesco Patrimonio dell’umanità».
L’evento, è il caso di definirlo tale, spalancherà le porte al turismo colto, San Marino come Venezia, Roma e Firenze, entrerà nel circuito dei Grand Tour del Bel Paese? Spiega compiaciuto Podeschi: «Apriamo dopo decenni di attesa in una sede espositiva prestigiosa, forte di una storia e di una collezione che hanno già un riconoscimento internazionale. Mi attendo quindi che la Galleria diventi un punto di riferimento per San Marino e per i musei internazionali, in testa quelli italiani con i quali stiamo già avviando un proficuo dialogo di scambi e collaborazioni».
L’allestimento è stato pensato agevole e accattivante, con nuovi spazi, raccolte di libri, archivi, una fototeca e una ricca emeroteca a disposizione dei visitatori per consultazioni e letture. Come è stato studiato il percorso? «L’abbiamo diviso in aree che corrispondono a eventi capitali nella nostra storia dell’arte, come le Biennali Internazionali di San Marino, il progetto Spagnulo (artista) e Manzoni (musicista), la Scala Santa di Enzo Cucchi e il grande progetto di Enzo Mari esposto a San Marino nel 1988». L’apertura è affidata alla coppia di artisti che nel primo dopoguerra ripresero simbolicamente le armi nelle opposte fazioni di realismo e astrazione. Da una parte il grande pittore del sociale Guttuso con le tele di soggetto politico e civile, dall’altra la pittura di segno e gestualità dirompente di Emilio vedova, che introduce nell’informale di Achille Perilli. Poi, Renato Birolli e Corrado Cagli, con un linguaggio sospeso tra astrazione e figurazione. Ci sta anche Marina Busignani Reffi, anni ’60, con una delicata ‘maternità’ informale. Nella seconda sezione ci caliamo in clima concettuale e poverista anni ’70. Spagnulo progetta sculture per una composizione musicale di Giacomo Manzoni, andata in scena al Teatro Titano nel 1991, Jodice dialoga con la fotografia, mentre l’artista di San Marino Patrizia Taddei, vent’anni prima ha realizzato una perfomance fotografica sull’idea di confine e limitazione per chi, come lei, vive in un piccolo stato. È collocata all’esterno dell’edificio La Scala Santa di Enzo Cucchi, opera permanente realizzata dal maestro della Transavanguardia nel 1987 per l’ex Monastero di Santa Chiara, oggi Università di San Marino. Nello stesso anno, gli artisti locali Giovagnoli e Gasperoni fanno opere che documentano un ritorno forte alla pittura.
La sezione si chiude con una narrazione fantasiosa di Luigi Ontani accompagnata da un progetto di Enzo Mari che non è design, non è figurazione, e nemmeno astrazione, ma piuttosto una poderosa tesi filosofica composta da 23 pezzi, molto apprezzata alla Biennale di Venezia del 1986.
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Il segretario di Stato «Mi aspetto che questo posto diventi un punto di dialogo con altri musei, specie italiani»