Corriere della Sera

Il Piccolo Obama che imita Zizou e in Nazionale gioca soltanto per beneficenz­a

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

PARIGI La partita è appena finita, Kylian Mbappé è «l’uomo del match» e quindi si avvicina alla telecamera della rete Tf1 per parlare a milioni di francesi in delirio. L’intervista­tore entusiasta senza più voce gli grida «una partita incredibil­e, parlaci delle tue emozioni!», nel caos arriva un esagitato Antoine Griezmann ancora rosso in volto che urla nel microfono «Vive la France! Vive la République!», come faceva De Gaulle.

Tutti impazziti, ma ce n’è uno che resta cool. Mbappé sorride e abbraccia Griezmann con l’aria di dire «son ragazzi» — proprio lui, che ha 19 anni —, e poi comincia a spiegare calmo: «Siamo contenti, ci siamo detti che potevamo fare delle belle cose insieme». Gli fanno notare che nella storia dei Mondiali è il secondo giocatore under 20 ad avere messo a segno una doppietta, e che l’altro era Pelè. Mbappé sorride di nuovo: «Sono lusingato, certo, comunque questo non mi impedirà di continuare a lavorare per arrivare fino in fondo».

Mbappé è impression­ante dentro e fuori dal campo. Stupisce con i 38 chilometri all’ora raggiunti per ottenere il rigore poi trasformat­o da Griezmann, e con la sicurezza e la serenità inusuali in un 19enne. «Le petit Obama», lo ha chiamato una volta il collega Benjamin Mendy, e di tutti i soprannomi è quello che forse lo descrive meglio: Mbappé sa parlare, sa di avere carisma e lo usa. Gli emozionati sono sempre gli altri, non lui. Il 19enne Kylian Mbappé è una macchina programmat­a per vincere e per prendere il testimone dei vari Messi e Ronaldo, eppure trasmette empatia.

Senza dare troppo nell’occhio, dall’inizio dell’anno ha concluso un accordo con la federazion­e francese — lo ha rivelato il Parisien — perché i compensi per le partite in Nazionale vadano in beneficenz­a: «Non ho bisogno di

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy