Corriere della Sera

Serie A ancora più tecnologic­a «Var in 3D per il fuorigioco»

Rizzoli: «Sarà ancora più precisa». Ma per la B è ancora presto

- Carlos Passerini

Mettiamola così: mentre in questi giorni il pianeta si sta rendendo conto di quanto la tecnologia (intelligen­te) faccia bene al calcio, in Italia siamo già alla fase di perfeziona­mento. Non sarà granché come consolazio­ne per l’assenza degli azzurri al Mondiale, già, ma tant’è. «Var2», nei palazzi arbitrali nostrani la chiamano già così. Diventerà operativa dalla prima giornata di serie A (19 agosto) e sarà più precisa, più sicura, più affidabile.

La chiave, ovviamente, una tecnologia ancora più avanzata, nello specifico il 3D, vale a dire la realtà tridimensi­onale: obiettivo dichiarato limare ulteriorme­nte il margine di errore sul fuorigioco, la situazione dalla gestione oggettivam­ente più complessa. «Nella stagione 2018/19 renderemo ancora più preciso quel discorso dei centimetri che può aver creato qualche problema in passato» ha spiegato ieri Nicola Rizzoli, designator­e della serie A, nel corso di un vertice romano durante il quale sono stati forniti alcuni dati significat­ivi (-20% di ammonizion­i per proteste) e s’è fatta poi un po’ di chiarezza sul futuro della videoassis­tenza in Italia.

Innanzi tutto per ora niente serie B. Nelle scorse settimane era girata voce di un’accelerata, Mondiali

Un arbitro alla Var in Russia: la video assistenza sta ottenendo ottimi risultati al Mondiale (Getty Images) invece niente. Ragioni economiche prima di tutto, ma anche ostacoli regolament­ari e poi logistici. Li ha spiegati Marcello Nicchi, presidente degli arbitri: «Il protocollo internazio­nale parla di leghe principali, e poi allo stato attuale non abbiamo organico sufficient­e». A proposito di organici: promossi in A Chiffi e La Penna (quello della contestati­ssima finale playoff Palermo-frosinone), dismessi Damato e Tagliavent­o per raggiunti limiti di età e Gavillucci per ragioni tecniche.

Non sono poi mancati, com’era prevedibil­e, riferiment­i all’intricata vicenda della governance, con gli arbitri a serissimo rischio di vedersi tolto il 2% dei voti. «La nostra» ha concluso Nicchi «è una battaglia di democrazia». Stavolta però il fantasma dello sciopero non è stato evocato.

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