Corriere della Sera

La banlieue riserva di campioni «Qui non c’è altro, il calcio aiuta»

Mbappé e gli altri 7 nazionali cresciuti in periferia. Il ruolo delle scuole

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Come i Quartieri Spagnoli di Napoli hanno il murale di Diego Maradona e la Corniche di Marsiglia quello di Zinedine Zidane, a Bondy, nella banlieue di Parigi, dal settembre scorso la facciata di un palazzo è decorata con l’immagine di Kylian Mbappé. La stella 19enne del Paris-saint Germain e della Nazionale francese domina l’autostrada A3 e la statale N3, come un «nostro signore dei pendolari» che ogni giorno sorvegli dall’alto gli automobili­sti che raggiungon­o il centro della capitale.

Maglia del club, gesto da rapper e slogan: «Bondy, ville des possibles», la città delle possibilit­à, più che della disoccupaz­ione, delinquenz­a e estremismo islamico, come vorrebbe lo stereotipo. Mbappé è cresciuto qui, figlio di un istruttore di calcio di origine camerunens­e e di una campioness­a di pallamano di origine algerina, e partendo dai campetti pieni di buche della periferia è arrivato al PSG con il secondo trasferime­nto più costoso della storia del calcio (180 milioni di euro, dietro a Neymar), e ai trionfi di questi giorni con la Nazionale francese in Russia.

Il suo caso non è unico, anzi. Qualche anno fa Arsène Wenger, mitico allenatore francese dell’arsenal, ha detto che «il bacino locale della periferia di Parigi è il migliore al mondo dopo quello di San Paolo del Brasile», e forse negli ultimi tempi lo ha persino superato.

La prova sono proprio i Mondiali che si stanno giocando in Russia: oltre a Mbappé che viene da Bondy, gli altri campioni dei Bleus sono Paul Pogba che viene da Roissy, Benjamin Mendy da Longjumeau, N’golo Kanté da Suresnes, Blaise Matuidi da Fontenayso­us-bois.

Ai mondiali del 1986, nessun giocatore dei Bleus veniva dalla periferia di Parigi. Nel 1998, la storica squadra «black-blancbeur» ne aveva tre — Thierry Henry, Patrick Vieira e Lilian Thuram — e adesso siamo a otto selezionat­i nella lista dei 23 dell’allenatore Didier Deschamps, più molti dei 29 campioni bi-nazionali che si sono formati in Francia e in Russia vestono la maglia di altre nazionali come la Tunisia o il Senegal.

Bondy e le altre città satelliti di Parigi sono una fabbrica di talenti un po’ per caso, frutto della densità e varietà della popolazion­e, del sistema capillare di scuole di calcio, della vicinanza del centro federale di Clairefont­aine che scova e promuove i giovanissi­mi, e soprattutt­o del fatto che «non c’è molto altro da fare», come ha detto mesi fa Paul Pogba a Simon Kuper, autore del saggio Soccernomi­cs. «Nei nostri quartieri c’è solo il calcio. A scuola o in cortile, tutti giocano a pallo- ne. E questo aiuta i ragazzi a non stare in giro a far niente, o a fare sciocchezz­e. Ogni santo giorno c’è il pallone. Niente altro».

La «EDF» (Équipe de France) ha un valore politico molto importante in Francia, i giocatori vengono analizzati come se dovessero dimostrare di essere degni della maglia che portano. Dopo il trionfo mondiale del 1998 e l’utopia di una Francia nera, bianca e araba, vincente perché multietnic­a, i moti delle banlieue del 2005 hanno infranto il sogno. Ai mondiali del 2010 in Sudafrica il disastro di Knysna: i giocatori scioperano contro l’allenatore Domenech e la Francia si disamora di quei campioni viziati, miliardari maleducati, accusati più o meno velatament­e di essere francesi solo sul passaporto.

Un anno dopo lo scandalo: Mediapart pubblica i verbali di una riunione segreta della federazion­e, durante la quale l’allenatore di allora Laurent Blanc si dichiarava favorevole a un sistema di quote per limitare la presenza dei bi-nazionali: «Sembra che formiamo un solo tipo di giocatore — disse Blanc — alto, massiccio, potente. E chi sono gli alti, massicci e potenti? I neri. Gli spagnoli mi hanno detto di non avere problemi, perché loro di neri non ne hanno».

Sembra passato un secolo. Venerdì tutto il Paese guarderà il match dei quarti contro l’uruguay, affidandos­i al «piccolo Obama» Mbappé, elegante e carismatic­o, e agli altri campioni di periferia.

@Stef_montefiori

Meglio del Brasile

Il mitico allenatore Arsène Wenger disse che Parigi genera più calciatori di San Paolo

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45 anni, ex difensore Campione del mondo con la Francia nel 1998, è nato a Guadalupa ma è cresciuto a Bois-colombes, a nord-ovest di Parigi
Lilian Thuram 45 anni, ex difensore Campione del mondo con la Francia nel 1998, è nato a Guadalupa ma è cresciuto a Bois-colombes, a nord-ovest di Parigi
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Ex attaccante di Arsenal e Barcellona, 40 anni, è nato a Les Ulis, periferia sud della capitale francese, dove i genitori si trasferiro­no dalle Piccole Antille
Thierry Henry Ex attaccante di Arsenal e Barcellona, 40 anni, è nato a Les Ulis, periferia sud della capitale francese, dove i genitori si trasferiro­no dalle Piccole Antille
 ??  ?? La stella Kylian Mbappé, 19 anni
La stella Kylian Mbappé, 19 anni
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