Contratti, voucher: la maggioranza divisa Scontro con Boeri su pensioni e migranti
Il presidente Inps: servono per avere più risorse. Salvini: vive su Marte. Di Maio: faccia il suo mestiere
Salvini e Di Maio sembrano d’accordo. Ma in realtà ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Risultato: su contratti e voucher la maggioranza non la pensa allo stesso modo. Salvini dice che il decreto «dignità» potrà essere migliorato in Parlamento. Di Maio teme che così venga «annacquato». Sulle pensioni, invece, il fronte è comune contro il presidente dell’inps Tito Boeri, che ha detto: i migranti servono per aver più risorse.
ROMA «Abbiamo bisogno di immigrati regolari che fin da subito paghino i contributi». Lo aveva già detto e ieri Tito Boeri, presidente dell’inps, lo ha ribadito. «È una verità incontrovertibile», dice alla relazione annuale dell’istituto di previdenza, perché «i dati dicono questo e con questi dati bisogna avere a che fare». Parla di «immigrati regolari» il presidente Inps e spiega: «Se noi tagliamo il numero di coloro che arrivano nel nostro Paese e cominciano a pagare i contributi e abbiamo il calo delle nascite, noi abbiamo seri problemi nel finanziamento del nostro sistema di protezione sociale e del nostro sistema pensionistico». Non solo. «Per ridurre l’immigrazione clandestina, serve aumentare quella regolare per quei lavori che gli italiani non vogliono più fare, come colf e badanti: nel lavoro manuale non qualificato oggi è impiegato il 36% di stranieri, solo l’8% italiani». E ricorda che c’è un problema demografico «di cui nessuno sembra preoccuparsi» e che «azzerando l’immigrazione perderemmo 700 mila persone con meno di 34 anni nell’arco di una legislatura». I dati, ripete Boeri, «parlano: sono la risposta migliore e non c’è modo di intimidirli, questa è la verità che bisogna dire in Italia».
E replica così a Matteo Salvini che due giorni fa lo aveva quasi «dimesso» dandogli del «fenomeno» e annunciando che «c’è tanto da cambiare in questi apparati pubblici». Ma anche ieri il ministro dell’interno ha voluto ribattere e così il botta e risposta continua.
«Più migranti? Boeri vive su Marte? — scrive Salvini su Twitter —: il presidente Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare (e di fare figli) di tantissimi italiani». E stavolta si fa sentire anche il collega di governo e ministro del Lavoro Luigi Di Maio che ringrazia Boeri ma lo avverte anche: «Sul tema delle pensioni d’oro e dei vitalizi lavoreremo bene, ma finché il legislativo farà il legislativo, l’esecutivo farà l’esecutivo e l’inps farà l’inps andremo d’accordo», e comunque «il presidente fino al 2019 resta in carica». D’accordo Boeri: «Mi limito a fare il mio lavoro, ci sono ancora tantissime cose da fare». E dal palco della Conferenza nazionale dei servizi della Cisl sottolinea come l’italia soffra anche di una forte emigrazione: «Continua la fuga all’estero di chi ha tra i 25 e i 44 anni: nel 2016 abbiamo Presidente
Tito Boeri, 59 anni, è presidente dell’inps dal 2015, nominato dall’ex premier Matteo Renzi perso 115 mila persone, l’11% in più del 2015». Ecco, dice Boeri, «si parla tanto di immigrazione ma mai del vero e proprio youth drain cui siamo soggetti».
Parla anche di pensioni e fa i conti con le idee del governo giallo-verde che invita ad «evitare di intervenire con l’accetta». Sull’abrogazione della legge Fornero ribadisce che «non si può tornare indietro», ma «ci si può permettere più flessibilità». Ma l’introduzione della «Quota 100 pura potrebbe costare fino a 20 miliardi all’anno: una spesa che dovrà essere coperta aumentando il prelievo fiscale su ogni lavoratore, innescando un circolo vizioso».