Claire Foy vittima di stalking Psycho thriller con l’iphone
Regista di kolossal come Oceans’ eleven e il recente La truffa dei Logan, Steven Soderbergh (speriamo menta quando dice che lascia il cinema) è capace pure di girare un ottimo psycho thriller a forma di incubo con l’iphone facendo fare la comparsa a Matt Damon. Colori lucidi (il blu claustrofobico avvolgente), tessitura sgranata, primi piani disperati e poi a occhi spenti e afoni per Sawyer Valentini (è brava Claire Foy, ma anche Juno Temple e Amy Irving), ragazza che cerca una nuova vita come manager di banca dopo aver passato i migliori anni a sfuggire a uno stalker.
Quando chiede aiuto a un istituto psichiatrico viene reclusa contro sua volontà e imbottita di pillole. Siamo portati a crederle, poi ad avere seri dubbi sul suo stato mentale quando riconosce tra gli infermieri il suo stalker: la qualità di Unsane è proprio nello stare alla deriva cinematografica in attesa che passi un inconscio a forma di cadavere.
Il film con cui Soderbergh sfida le convenzioni discende da molto cinema «kafkiano», attratto dalla follia, il fascino di non sapere. L’autore è invece molto preciso nel denunciare la criminale raccolta di fondi di organizzazioni che sfruttano le assicurazioni. Instabile come un sogno, popolato da menti a un passo dal burrone ma anche da un giornalista detective, il thriller tiene il passo di un caleidoscopio di flash confusi, in lotta mentre il mondo esterno poco a poco scompare inghiottito non da uno ma da molti peccati originali.