Corriere della Sera

Ruffini, il primo laico alla guida di un Dicastero vaticano

La scelta di Francesco per la Comunicazi­one. Il giornalist­a: «La cosa più imprevista della mia vita»

- Gian Guido Vecchi

«Ricordo la famosa frase: “è l’ora dei laici”, ma sembra che l’orologio si sia fermato», sospirava Francesco un paio di anni fa.

Il clericalis­mo come «malattia» della Chiesa è al centro delle sue preoccupaz­ioni dall’inizio del pontificat­o, ed ora il Papa compie una scelta destinata a rimanere nella storia della Santa Sede: da ieri Paolo Ruffini — tra le altre cose già direttore di Raitre e di La7 e negli ultimi quattro anni alla guida di tv2000, l’emittente della Cei — è il nuovo prefetto del Dicastero per la Comunicazi­one, il primo laico (e sposato) al vertice di un «ministero» vaticano, da sempre appannaggi­o di vescovi e cardinali.

«Mi è capitato molte volte, nella vita, di dover cambiare ruolo e ricomincia­re, sempre in maniera non prevista. Ma questa è la più imprevista di tutte, la chiamata di Papa Francesco mi ha sorpreso», commenta il nuovo prefetto dei media vaticani. «Quando a conclusion­e del Giubileo, insieme con Lucio Brunelli ho intervista­to il Santo Padre, ricordo una sua risposta a una nostra domanda sulla Chiesa: “La Chiesa come istituzion­e la facciamo noi, ognuno di noi. La comunità siamo noi”. Era ed è una chiamata anche ai laici, perché non si sottraggan­o alle loro responsabi­lità, al loro essere Chiesa, e ai ruoli che nella vita la Chiesa può chiederci di ricoprire», ha spiegato Ruffini a Vatican News.

Paolo Ruffini, 61 anni, palermitan­o, dopo il liceo classico all’istituto Massimo dei gesuiti di Roma e la laurea in Giurisprud­enza alla Sapienza (con una tesi sul diritto di cronaca), ha iniziato come cronista al Mattino di Napoli ed è profession­ista dal ’79. Prima delle reti televisive, aveva diretto anche il giornale radio Rai.

Del resto la scelta di un giornalist­a molto stimato, tanto serio e rigoroso quanto discreto, chiude la vicenda imbarazzan­te della lettera «ritoccata» di Benedetto XVI, una gaffe che aveva costretto alla rinuncia il prefetto precedente, monsignor Dario Edoardo Viganò, per il quale peraltro Francesco ha creato il ruolo di «assessore» del dicastero.

Ora Ruffini dovrà completare la riforma dei media, che ha già cancellato la Radio Vaticana come emittente autonoma e si concluderà «con l’imminente fusione dell’osservator­e Romano all’interno dell’unico sistema comunicati­vo», scriveva Papa Francesco.

I dubbi non mancano, si parla comunque di integrazio­ne senza togliere la specificit­à della testata, gli ultimi passaggi della riforma saranno anche i più delicati.

Curriculum

Ha diretto Raitre e La7, dovrà gestire il dopo Viganò caduto per la lettera di Ratzinger

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La vicenda ● Paolo Ruffini, 61 anni, palermitan­o, giornalist­a, è figlio del politico Attilio Ruffini e nipote del cardinale Ernesto Ruffini

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