Corriere della Sera

I due Paesi del test Invalsi: al Sud il 50% dei ragazzi non conosce bene l’italiano «Così la scuola è iniqua»

Le differenze con i coetanei del Nordest. Calabria maglia nera

- Di Gianna Fregonara

Le tappe

● Il test Invalsi è stato introdotto con la legge numero 176 del 25 ottobre 2007 e le prove sono state somministr­ate per la prima volta (a scopo statistico) nell’ambito dell’esame di Stato 2007-2008

● Dopo un periodo sperimenta­le, dal 2009 la prova concorre nella valutazion­e finale dell’esame del primo ciclo d’istruzione

● Quest’anno per la prima volta è stato testato il livello di conoscenza dell’inglese di bambini e ragazzi con la duplice prova di lettura e ascolto

● L’altra novità di quest’anno sulla prova di lingua è che per la prima volta i test sono stati fatti al computer

Èvero che i test Invalsi non sono dei compiti in classe e che non servono a valutare complessiv­amente uno studente: ma il paradosso resta, in un Paese dove alle medie si promuove il 97% dei ragazzi. Perché anche quest’anno i risultati del test nazionale disegnano un’italia in cui uno studente su tre non arriva ad avere in terza media «risultati adeguati» o, per dirla con il direttore dell’istituto di valutazion­e Roberto Ricci, «almeno sufficient­i» in italiano. Per non parlare della matematica in cui il 59,9% degli studenti è sopra il livello di guardia e dunque due studenti su cinque sono insufficie­nti. L’allarme riguarda soprattutt­o il Sud. Perché nel Nord, nel Nord-est soprattutt­o (macroregio­ne che comprende anche l’emilia Romagna) le cose vanno a gonfie vele per gli studenti, tanto che poi alle superiori gli istituti tecnici sfornano diplomati che nel test di valutazion­e hanno risultati migliori dei coetanei liceali del Sud.

È la Calabria la regione con i risultati peggiori, insieme a Campania, Sicilia e Sardegna: quasi il 50% è al di sotto della sufficienz­a in italiano e in matematica si arriva addirittur­a al 56%. «È come se gli studenti di questa regione fossero un anno indietro rispetto ai loro coetanei, due rispetto ad alcune regioni del Nord come il Trentino», spiega ancora Ricci. «Quello che rileviamo è un grave problema di iniquità del sistema — spiega la presidente dell’invalsi Anna Maria Ajello — dovremmo poter offrire a tutti gli studenti le stesse opportunit­à ma i dati dimostrano che da scuola a scuola, soprattutt­o al Sud, ci sono grandissim­e differenze di rendimento». Secondo Ajello, così come aveva indicato

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