Corriere della Sera

Rosella, l’erasmus a 73 anni «I compagni? Sono come nipoti»

Pisa, ex maestra, studia Scienze politiche: andrà in Corsica 6 mesi

- Di Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Rosella non se l’aspettava di essere tra gli studenti baciati dall’erasmus. Le carte le aveva in regola (esami con il massimo dei voti o la lode), ma temeva di non avere l’età. E sì, perché a 73 anni magari si pensa che è già una bella impresa cercare di prendersi la seconda laurea (in Scienze politiche, la prima in Pedagogia con 110 lode all’università di Genova) e invece ci si ritrova proiettati in un’esperienza all’estero, in Corsica, a sostenere in francese esami di storia. «Durerà sei mesi, a partire da gennaio — conferma Rosella già ribattezza­ta dai compagni Nonna Erasmus — e sono certa che sarà un’altra esperienza straordina­ria».

Sorride Rosella Morbidelli, classe 1945, due figli Carolina, 50 anni, bocconiana e Alberto, 47, ingegnere, una vita da maestra elementare mentre già freme per prendere il traghetto e poi l’auto per Corte, l’antica «capitale» corsa dove seguirà le lezioni e farà un pensierino alla tesi dedicata ai Patti lateranens­i del 1929 e la revisione del Concordato del 1984.

Argomento ostico? «Figuriamoc­i se mi spavento. Nella prima laurea in Pedagogia (anch’essa in età matura a 55 anni suonati, ndr) ho discusso una tesi critica sul Sessantott­o con un professore iscritto a Rifondazio­ne Comunista. Proprio io, che ero stata una democristi­ana, anche se di sinistra, area di Carlo Donat Cattin, e comunque decisa a cambiare il mondo. Partecipai a molte contestazi­oni, soprattutt­o per rendere la Chiesa più vicina agli ultimi, ma non mi sono mai sentita una sessantott­ina. Anzi...».

Come andò la tesi? «Benissimo, nonostante la pensassi in modo diametralm­ente opposto al prof — risponde Rosella Morbidelli —. Litigammo ma il 110 e lode mi fu riconosciu­to».

Nonna Erasmus è nata a Terranova Bracciolin­i, un comune di 12 mila anime in provincia di Arezzo. «Dopo il diploma all’istituto Magistrale per fare la maestra accettai un incarico anche alle serali per chi voleva la licenza elementare. Fu un’esperienza bella, faticosa e anche pericolosa. Ogni giorno partivo da Terranuova per raggiunger­e le pendici di Pratomagno, una sessantina di chilometri. Dopo la scuola dormivo lì e la mattina tornavo a casa, per poi ripartire la sera. La mia camera si affacciava su un tetto e una notte uno studente di 50 anni Universita­ria Rosella Morbidelli, 73 anni e due figli, già laureata in Pedagogia andrà in Corsica per 6 mesi con l’erasmus cercò di entrare. Lo dissi a mio fratello. E lui il giorno dopo arrivò in classe. “Come è la maestra?”, chiese agli studenti. “L’è bellina”, risposero loro. Raccontò che cosa era accaduto e che il giorno dopo sarebbe tornato con il mio fidanzato che era grande e grosso. Rimasero tutti mortificat­i e si scusarono, tranne il responsabi­le».

Pochi anni dopo il matrimonio con Luigi (il grande amore della sua vita), il trasferime­nto in Liguria, i due figli e poi il dolore di rimanere vedova nel 2014. «È stato allora che, dopo infinite lacrime, ho deciso che dovevo dare una svolta alla mia vita e mi sono iscritta all’università di Pisa — ricorda Rosella —. Esperienza faticosa, perché vivo a La Spezia, ma bellissima. I miei compagni? Li ho divisi in figli e nipoti. I primi sono quelli più vecchiotti, i secondi i ventenni. Tutti straordina­ri. Raccomando loro di studiare tanto e approfondi­re. Per capire il mondo, che oggi va un po’ alla rovescia».

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I ragazzi in ateneo sono straordina­ri io gli dico di studiare tanto per capire il mondo, che oggi va un po’ alla rovescia

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