Corriere della Sera

Il viaggio di Moatez, in nave sotto un tir «Voglio studiare e diventare poliziotto»

Salerno, il 12enne scappato dalla Tunisia per ritrovare il fratello in Toscana

- Dal nostro inviato Fulvio Bufi (Getty Images) (Laporta / Kontrolab)

Le tappe

● Moatez, tunisino, 12 anni, è scappato di casa ed è arrivato fino a Salerno (dov’è stato scoperto nella nave che faceva la rotta da Palermo)

● Il ragazzino aveva intrapreso il viaggio per ricongiung­ersi con il fratello di 16 anni — arrivato in Italia prima di lui — che è già ospite in un centro di accoglienz­a per minori a Firenze PELLEZZANO (SALERNO) Dice «quando ero piccolo», come se adesso fosse grande. Quando era piccolo, Moatez andava con il papà pescatore al porto di Tunisi e vedeva quella grande nave bianca e blu, e tutti i camion in fila che aspettavan­o di imbarcarsi, e gli piaceva girare tra rimorchi e cabine di guida, e salutava gli autisti sorridendo con gli occhi grandi. Poi un giorno il papà non tornò a casa. Se l’era tenuto il mare, gli spiegò la mamma. Che viveva a fatica per la miseria e per una malattia che la fa muovere poco e male, e adesso, senza il marito, ai figli non poteva dare quasi più niente, nemmeno i soldi per i libri di scuola. E Moatez smise di andarci, a scuola, e smise pure di andare al porto. Ci andò invece suo fratello più grande, si nascose su un camion e riuscì a salire sulla grande nave. E partì.

Anche il viaggio di Moatez cominciò quel giorno. Cominciò con le lacrime che non riuscì a trattenere, ma anche con la decisione che sarebbe partito pure lui. E non «quando sarò grande», ma quando è ancora piccolo, a tredici anni nemmeno compiuti.

Ha aspettato solo che il fratello gli facesse sapere dov’era, e dopo tre settimane è tornato al porto ed è tornato a girare tra i camion. Ma non per salutare gli autisti, stavolta. Ha solo pensato a scegliere il rimorchio più alto da terra e ci si è infilato sotto. Ed è rimasto aggrappato lì per quasi due giorni, mica due ore. Quando la security di bordo lo ha trovato, la nave aveva già lasciato Palermo e stava facendo rotta verso Salerno. Moatez è scoppiato in lacrime credendo che lo avrebbero riportato in Tunisia. Era tutto sporco di grasso: gli hanno fatto fare la doccia e piangeva. Era digiuno: gli hanno dato da mangiare e piangeva. Ma quando ha capito che nessuno lo avrebbe riportato indietro ha ritrovato il sorriso. E da una settimana sorride sempre, tra i ragazzi del centro di accoglienz­a «L’approdo del re», in provincia di Salerno, dove è stato alloggiato in attesa di poter raggiunger­e il fratello. Che è di tre anni più grande e dopo essere sbarcato a Palermo ha raggiunto Firenze, dove adesso è anche lui in una casa di accoglienz­a.

Le autorità diplomatic­he tunisine e i servizi sociali dei comuni di Salerno e Firenze stanno lavorando per il ricongiung­imento dei due ragazzi. È deciso che andrà Moatez in Toscana, e allora sì che sarà totalmente felice. Perché lui il fratello lo adora. Dice che «è forte, va in palestra, e voglio andarci anche io. So fare la boxe, mi piace tanto». Gli piacerebbe pure tornare a studiare. «Sicuro. Sono venuto qui anche per andare a scuola. In Tunisia non ci andavo più, ma io voglio imparare. E poi voglio diventare poliziotto».

Tutto quello che ha ora — i vestiti, le scarpe, una grossa collana di metallo, gli occhiali da sole — gliel’hanno regalato gli altri ragazzi ospitati qui, tutti minorenni ma più grandi di lui e tutti felicissim­i di aiutarlo. E non molla mai il telefonino che gli hanno dato i responsabi­li del centro, Renato Caliuli e Claudio De Feo. Con lo smartphone non fa che scambiare messaggi Whatsapp con il fratello o parlargli in videochiam­ata. E appena finisce, chiede: «Quando vado da lui?». E la mamma? Povera donna, Moatez se n’è andato senza dirle niente «perché non sta bene e non volevo che si preoccupas­se», confessa ingenuamen­te. Ma adesso le telefona ogni giorno. E magari, chissà, prima o poi, lui e il fratello potranno anche farla venire in Italia e tornare a vivere anche insieme a lei.

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La mamma sta male, non l’ho avvertita per non allarmarla

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Minore Moatez, 12 anni, scoperto dalla sicurezza a bordo della nave salpata da Palermo a Salerno mentre si nascondeva sotto a un camion

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