«Troppi tagli alle sedi diplomatiche all’estero»
Ho letto l’articolo del 15 giugno sul consolato a Londra e la lettera di Francesco Barbaro. Credo anzitutto necessario qualche dato: dal 2014 a Zurigo gli italiani sono aumentati «solo» del 10,8%, mentre a Londra l’aumento è stato del 40%. Si stima che nella capitale inglese vi siano circa 600.000 italiani: un Comune italiano impiegherebbe più di 2.000 persone per seguirli, senza rilasciare passaporti, di competenza delle Questure. Per il consolato a Londra si spera di passare da 50 a 60 persone per migliorare la situazione. L’organico della Farnesina è diminuito drasticamente, con pregiudizio dei 5.6 milioni di residenti esteri (+1 milione in 5 anni) e del sostegno alle esportazioni: in Indonesia vi sono 23 persone nella nostra Ambasciata, in quella francese 126 e in quella spagnola 33; le nostre esportazioni in Indonesia sono 1,6 miliardi di dollari, uguali a quelle francesi, mentre le spagnole sono 0,5 miliardi. Unioncamere Veneto e il Cgia di Mestre hanno evidenziato, in un apposito studio, il ruolo strategico della rete diplomaticoconsolare in relazione al tessuto produttivo italiano e come gli investimenti sulla Farnesina rappresentino un moltiplicatore superiore a 20. Purtroppo in tutte le altre sedi, non solo a Londra o Giacarta, i «numeri» sono impietosi, con un bilancio ridotto allo 0,1% della spesa pubblica, mentre anche il contesto geopolitico richiederebbe una chiara presa di posizione.