Famiglie alla ricerca di normalità E il 47% ora riesce a risparmiare
La ricerca Intesa-centro Einaudi. Il sorpasso delle gestioni sui bond
TORINO «Un grandissimo desiderio di tornare alla normalità che la crisi aveva incrinato». Pochi dati, ma incoraggianti fanno dire al chief economist di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, che la ripresa non è più congiunturale, ma strutturale. Sono quelli relativi ai redditi e ai soldi messi da parte dagli italiani, analizzati nell’indagine «Il risparmio e le assicurazioni: investimento e protezione del futuro», realizzata da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi.
Sale infatti al 63,6% del campione (quasi due famiglie su tre) dal 60,8% del 2017 la percentuale di chi dichiara di avere un reddito sufficiente o più che sufficiente per il suo tenore di vita. Cresce, d’altra parte, la quota di famiglie in grado di risparmiare: al 47%, dal 43,4% dello scorso anno, e si è contratta pure l’area di chi non ha messo da parte alcunché nei 12 mesi precedenti l’indagine, passando dal massimo storico del 61,3% del 2012 al 52,7% del 2018. D’altronde, con lo stock di denaro messo in banca nel tempo — 10.700 miliardi, di cui 4.406 in attività finanziarie — gli italiani si confermano un popolo di grandi risparmiatori: nessun Paese del G7 ha un’incidenza percentuale così elevata di ricchezza totale in rapporto al reddito (9,3 volte, contro le 8 della Francia, le 6,7 della Germania e le 6,5 degli Usa). E cambia anche il loro salvadanaio: il 2018 segna il sorpasso del risparmio gestito sulle obbligazioni. «Con il calo dei tassi di interesse sono diventate meno appetibili e abbastanza standard — osserva Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi — per cui non più adatte a vite che cercano caratteristiche diverse anche nei loro investimenti. E poi il risparmio gestito è collegato alla possibilità di delegare a terzi che siamo convinti possano amministrare meglio di come avremmo fatto da soli». Per cui a detenere obbligazioni in portafoglio è oggi il 19% degli intervistati a fronte del 29% del 2007 e, per chi le possiede, rappresentano ormai solo il 24% dell’attivo (era il 36% nel 2015). Meglio liquidità e appunto risparmio gestito (21,4% del campione): i sottoscrittori di fondi comuni sono il 10,9% (7,2% nel 2015), quelli di Etf il 7,3% (2,3%), quelli di polizze unit Linked il 2,8% (2%).
Ma perché mettiamo da parte soldi? Secondo il dossier di Intesa Sanpaolo, tra i motivi maggiori ci sono gli imprevisti, anche se in lieve calo, segno di una condizione famigliare più serena. Eppure un lento cambiamento è in atto: i figli infatti sostituiscono la casa, «dunque sono le famiglie i primi assicuratori d’italia, non è un caso che gli italiani siano sottoassicurati», chiosa De Felice. Solo il 20% dei proprietari, infatti, ha una polizza sulla casa e solo il 7,5% ne ha una sulla responsabilità civile. E questo nonostante il 56% si dichiari «preoccupato» all’idea di dover risarcire un danno da mille euro. A voler ben guardare, però, gli intervistati appaiono in grado di stimare correttamente pressoché solo i rischi da furti e rapine in casa: risultano invece sottostimati tutti gli altri rischi, da quello degli incidenti automobilistici gravi a quello degli infortuni, all’invalidità nella terza e quarta età. Da questo punto di vista, analizza lo studio, «emergono ampi spazi per una più elevata domanda di coperture assicurative, per far fronte ai rischi legati alla salute, agli imprevisti e alla vecchiaia».
«La crescita dell’italia — ha aggiunto Gian Maria Grospietro, presidente di Intesa Sanpaolo — deve essere sostenuta perché il nostro Paese non ha reagito come altri Paesi europei alle gravi perdite provocate dalla crisi». «Noi siamo il motore di crescita del Paese — ha sottolineato — abbiamo erogato 52 miliardi di crediti a medio e lungo termine nel 2017 e credo che quest’anno faremo ancora di più. L’importante è che il Paese abbia fiducia nelle proprie possibilità».
Il reddito
Sale al 63,6% la quota del campione che dichiara di avere un reddito sufficiente
Il presidente Gros-pietro: l’importante è che il Paese abbia fiducia nelle proprie possibilità