«Pubblico e privato lavorino insieme per la crescita, compagnie pronte»
Farina (Ania): risorse per le infrastrutture
«Siamo in grado di dare un maggiore e più efficiente contributo alla crescita del Paese. Considerati i vincoli sul debito pubblico, le risorse si possono ampliare facendo sistema attraverso una partnership pubblico-privato con ruoli e finanziamenti definiti». Maria Bianca Farina, presidente dell’ania, l’associazione delle compagnie di assicurazioni, si rivolge al governo sottolineando l’auspicio che il settore possa partecipare a uno forzo comune per lo sviluppo.
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Il tenore di vita La nuova frontiera è la protezione della sostenibilità del tenore di vita o del business
Che tipo di contributo?
«Possiamo essere motore di crescita e tutela del Paese sotto due aspetti. Anzitutto se gli italiani, famiglie e imprese, si proteggessero di più libererebbero risorse per la crescita dell’economia»
In che modo?
«Invece di immobilizzare liquidità in previsione di vecchiaia o di eventuali malattie oppure di rischi come l’incendio, potrebbero sottoscrivere polizze che grazie alla mutualità richiederebbero impegni finanziari di gran lunga inferiori. E li renderebbero più protetti. Ciò libererebbe risparmi per nuovi investimenti. Tanto più se si considera che le compagnie puntano sempre più sull’offerta di consulenze e servizi personalizzati, inclusa la “prevenzione”: la nuova frontiera è la protezione della sostenibilità del tenore di vita o del business. Anche questo è welfare: un paese più sicuro è più ricco».
Il governo come potrebbe intervenire?
«Un esempio. Gli italiani Polizze
● L’ania è l’associazione nazionale delle imprese assicuratrici. In Italia sono 215 le imprese di assicurazione con 46.850 dipendenti. Nel 2016 il volume dei premi ha superato i 134,2 miliardi spendono privatamente per la sanità 40 miliardi l’anno, molto spesso per prestazioni garantite dallo stesso sistema sanitario pubblico. Il 91% pagando di tasca propria mentre solo il 9% è “mutualizzato”, e in gran parte attraverso strumenti integrativi aziendali che consentono una deduzione fiscale. Dobbiamo far crescere la spesa mutualizzata e anche, a tal fine, si potrebbero equiparare dal punto di vista fiscale polizze individuali e collettive».
E il secondo aspetto?
«Attraverso i nostri investimenti. Le compagnie raccolgono risorse, notevoli se si pensa che nel 2017 i nuovi premi sono stati pari a 131 miliardi, e le investono a beneficio degli assicurati. Negli anni passati la gran parte degli investimenti era destinata ai titoli pubblici italiani. Sempre di più oggi si cerca un collegamento diretto con l’economia reale che può tradursi, tra l’altro, in finanziamenti di infrastrutture e imprese. E potrebbe comprendere l’accesso ai Pir, che hanno registrato un boom nel retail. Si potrebbero prevedere Pir più illiquidi chiamati a far affluire le risorse in infrastrutture o società non quotate, destinati a investitori di medio-lungo periodo come per vocazione sono le assicurazioni».
Sarebbero più rischiosi.
«No, rappresenterebbero solo una parte dei nostri investimenti». Maria Bianca Farina, presidente dell’ania, l’associazione delle compagnie di assicurazioni
Con l’esenzione fiscale per chi mantiene l’investimento?
«Certo, andrebbe a vantaggio degli assicurati».
Non ci sarebbe il rischio di un contrasto fra obiettivi pubblici? Le compagnie sono fra i maggiori detentori di titoli di Stato, che sono prevalentemente in mani domestiche. Ogni euro è prezioso...
«No. Le compagnie continuerebbero a comprare titoli di Stato italiani. Gli investimenti del settore sono pari a
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Investimenti
I Pir? Possono essere decisivi anche per nuovi investimenti e imprese non quotate