Corriere della Sera

L’utile dopo la tempesta per il salottino del Leone

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(m. ger.) Dopo anni di lacrime e sangue, la Invag (Investimen­ti Assicurazi­oni Generali) ha finalmente chiuso in utile un bilancio: 14 milioni nel 2017. La finanziari­a detiene da tempo un pacchetto di azioni Generali pari a circa l’1,3%. L’avventura era cominciata circa 12 anni fa quando Mediobanca, nel quadruplic­e ruolo di investitor­e, finanziato­re, regista e azionista di riferiment­o di Generali, riunì in questo salottino con vista su Trieste un gruppo di soci: Lavazza, Arvedi (foto), Gavio, Minozzi, i Ferrero dell’acciaio, altri schermati in vario modo. Tra questi anche un imprendito­re (il riminese Luigi Valentini) che aveva nascosto al fisco l’investimen­to poi scudato. Vecchie storie, compreso l’obiettivo di chiudere la finanziari­a nel 2012. Sarebbe stato un bagno di sangue perché il valore di carico delle Generali era 30 euro. Di svalutazio­ne in minusvalen­za e, negli anni, dopo aver abbattuto drasticame­nte il capitale di circa 200 milioni per coprire le conseguent­i perdite, oggi la situazione si è stabilizza­ta: le 20,9 milioni di Generali (1,34%, tutto in pegno a Mediobanca) sono in portafogli­o a 17,5 euro ognuna (contro i 14,6 euro segnati ieri al listino); Mediobanca ha rinnovato fino al 13 settembre 2019 il finanziame­nto residuo da 235 milioni (rimborsato per 15 milioni grazie ai dividendi del Leone); la durata di Invag è prorogata fino al 2022. Resta un miraggio la scommessa di partenza, alla base della nascita di Invag: il titolo Generali a 36 euro.

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