Il Cetonaverde a Vivian Lamarque. E i giovani poeti in gara
Il riconoscimento internazionale sarà consegnato il 14 luglio. Otto nuovi autori si sfideranno componendo in 24 ore un testo su un tema dato: deciderà il pubblico
Con la silloge Madre d’inverno, edita da Mondadori nella collana dello Specchio, la poetessa Vivian Lamarque si è aggiudicata il riconoscimento internazionale del premio Cetonaverde Poesia, giunto alla settima edizione, di cui è presidente d’onore Guido Ceronetti. La cerimonia di premiazione si terrà nel comune di Cetona (Siena) sabato 14 luglio.
A decidere l’assegnazione la giuria di autori e specialisti composta da Maurizio Cucchi (presidente), Mariella Cerutti Marocco, Arnaldo Colasanti, Giuseppe Conte, Milo De Angelis, Giorgio Ficara, Terry Marocco e Alberto Pellegatta. La terna dei finalisti comprendeva Maria Grazia Calandrone con la raccolta Il bene morale (Crocetti) e Francesco Scarabicchi con Il prato bianco (Einaudi).
Oltre al riconoscimento internazionale, questo premio nasce dalla volontà filantropica della fondatrice Mariella Cerutti Marocco e di suo marito Antonio Maria Marocco per offrire soprattutto a nuovi poeti spazio e notorietà nell’espressione artistica. I giovani che si contenderanno la vittoria sono Lorenzo Babini, Simone Burratti, Clery Celeste, Agostino Cornali, Noemi De Lisi, Federica Gullotta, Francesco Iannone, Giovanna Cristina Vivinetto. Nel certame dovranno svolgere in versi un tema assegnato dalla giuria la sera di venerdì 13 luglio e avranno solo 24 ore di tempo per comporlo. Per la prima volta il vincitore verrà votato e proclamato direttamente dal pubblico nella serata di sabato 14 luglio.
Ma veniamo al premio internazionale. Nata in Val di Fiemme a Tesero (Trento) il 19 aprile 1946, Vivian Lamarque, pseudonimo di Vivian Daisy Donata Provera Pellegrinelli Comba, a nove mesi venne data in adozione, in quanto figlia illegittima, a una famiglia milanese. A dieci anni scoprì di avere due madri e iniziò proprio allora a scrivere versi. Tra le sue opere ricordiamo Teresino (Società di poesia, 1981), Il Signore d’oro (Crocetti, 1986), Poesie dando del Lei (Garzanti, 1989), Una quieta polvere (Mondadori, 1996), Poesie 1972-2002 (Oscar Mondadori, 2002), Poesie per un gatto (Mondadori, 2007), Poesie della notte (Rizzoli, 2009).
Nella silloge Madre d’inverno, edita nel 2016 da Mondadori, con estrema naturalezza l’autrice riesce a mescolare la malattia e la conclusione esistenziale con la bellezza e l’amore per la vita. Sullo sfondo domina l’assenza imminente, quella di una figura materna che si sublima affrontando il dolore e la fine. Le immagini sono tratte dal quotidiano soffrire e mostrano un’intensa forza espressiva. Soltanto così la «passione» di una mamma assume una valenza universale. Con tutti i sentimenti raggrumati e vividi di colui che ha assistito alla morte di chi ci ha preceduto: la paura che si fa totale smarrimento, la parola che sfugge via nel vuoto dell’abisso, il tessuto umano che si sfalda in polvere, l’intimità della lacerazione che diviene gelo invernale.
Il volume
La giuria ha voluto premiare la raccolta «Madre d’inverno» uscita due anni fa