Corriere della Sera

Maestri e misteri

Tabarez guida l’uruguay all’assalto della Francia Pretattica, silenzi, ricorsi storici e Cavani non gioca

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con NIZHNY uno, che la E una siccome s non non la vocazione dei doppia declinato NOVGOROD la lo suoi quella contempla chiama t perché connaziona­li, quando del all’uruguagia Ce «Maettro», maestro ne proprio. il castiglian­o fosse non è uno Tabarez anche stato nella è dell’anima, tale Oscar pretattica. in tutto. Washington il c.t. Lo Quindi sanno dell’uruguay anche che i sassi Cavani di Nizhny oggi Novgorod non giocherà, problema contro al polpaccio la Francia. è serio, Il il Matador si è allenato poco e a parte, mentre a fianco di

Suarez omonimo anni ha è proprio fa provato nella è passato di formazione lui). quello Stuani Però dalla che (non Tabarez Reggina: titolare dieci un non lo dice, e finge che una possibilit­à D’altra parte ancora il c.t. ci sia. francese Deschamps si è guardato bene dal far sapere chi giocherà al posto dello squalifica­to Matuidi a sinistra nella linea a 3, con Mbappé e Griezmann, dietro a Giroud. Perciò, perché dare un vantaggio alla Francia che già è più forte? Il che non è detto che sia un problema: «C’è anche quella canzone, no? Nunca favoritos, mai favoriti» dice Tabarez citando un inno pop alla Celeste in cui si celebrano tutte le virtù classiche del piccolo popolo uruguagio. Un popolo, ricorda il c.t., che ha visto segnare alla Francia il primo gol della storia dei Mondiali nel 1930 a Montevideo, ma garbatamen­te non aggiunge chi poi la vinse, quella prima Coppa Rimet (limitandos­i a ricordare che la Celeste, a Parigi, conquistò il suo primo titolo internazio­nale, cioè l’olimpiade di Parigi 1924). Non ha studiato solo il francese a scuola, Tabarez, ma anche il loro sistema calcistico, andando a visitare il centro di Clairefont­aine e importando­lo in Uruguay, per «recuperare qualcosa che del seconda ’900». avevamo parte che Per nella abbiamo quanto del secolo prima anche perso parte scorso la e (e l’inizio di questo millennio) con la Francia non sono andati poi così male: i Bleus hanno vinto solo uno degli ultimi 8 precedenti incontri con la Celeste. E una delle tre sconfitte è venuta proprio l’ultima volta, in un’amichevole di 5 anni fa. In particolar­e ai Mondiali il bilancio della Celeste è più che buono: tre partite, una vittoria (anche se nel 1966) e due pareggi (2002 e 2010). Su un’altra cosa Uruguay e Francia hanno pareggiato: gli expected goal, cioè le reti che (in base allo studio statistico di quanto una squadra tira e da dove) ci si aspettava che segnassero a Russia 2018: entrambe ne hanno realizzate 7 e avrebbero dovuto essere 6. Il problema, per Tabarez è che le ultime 3 le ha segnate tutte Cavani. Quello per Deschamps, invece, è che gli ultimi 3 gol li ha presi tutti nella stessa partita, contro l’argentina. Quindi è solo probabile, ma non certo, che tra i Bleus giochi Fekir. Mentre tornerà al è 4-4-2, sicuro per che continuare Tabarez a condivider­e col Brasile il record di miglior difesa del Mondiale. Poi si vedrà: «Perché il calcio è fatto di quattro cose: come attaccare, come difendersi, come passare dalla difesa all’attacco e come muovere la palla per riuscirci». Chapeau, Maettro.

Tommaso Pellizzari

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(Getty Images, Ap)

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